Caso Genovese, parlano i vicini: “Feste e soprusi, un incubo durato 2 anni”

Caso Genovese, parlano i vicini: “Feste e soprusi, un incubo durato 2 anni”. Almeno 13 gli interventi di polizia e carabinieri

Genovese-Meteoweek.com

Da quando l’imprenditore Alberto Genovese è finito in manette con l’accusa di stupro, sono emersi molti particolari sulle feste che organizzava nella ormai ben nota “Terrazza Sentimento“. Ma come hanno vissuto la cosa i vicini di casa, alcuni dei quali negli oltre 2 anni di feste hanno persino chiesto l’intervento delle forze dell’ordine? “La prima cosa che facevo quando rientravo in casa era guardare se c’erano le luci accese. Se tutto era illuminato, voleva dire che quella notte non avremmo dormito“. Per chi abitava lì, come racconta al Corriere una famiglia che è dovuta andar via dopo tutte quelle feste, si è trattato di “un incubo durato oltre 2 anni“.

Tante le lamentele e gli esposti per i party eccessivi a “Terrazza Sentimento“. Almeno 13 gli interventi di polizia e carabinieri. È Fabio (nome di fantasia), 38 anni, sposato con una figlia piccola, a raccontare di quel periodo. Per diversi mesi, prima che emergesse tutta la storia dello stupro e delle serate eccessive, l’uomo ha combattuto solo per poter dormire la notte, perché il troppo caos e la musica a tutto volume non lo consentivano.

Attualmente Fabio vive lontano da Milano con i suoi familiari. “È iniziato tutto a fine maggio 2017 con la festa di inaugurazione, noi quel weekend non c’eravamo. Se uno fa una festa al mese ci sta. Infatti all’inizio abbiamo lasciato andare pensando che si trattasse di una cosa sporadica. Invece la situazione è peggiorata”. Al punto che, durante la settimana della Moda e del Mobile, “anche tre, quattro feste in pochi giorni“. Da qui, scattano le prime lamentele.

Genovese all’inizio è gentile, tant’è che lascia anche il suo numero di telefono, ma poi “ha smesso di rispondere“. Al che, l’unica soluzione era contattare la polizia:”abbiamo chiamato almeno il doppio delle volte in cui gli agenti sono effettivamente intervenuti. La polizia aveva le mani legate perché, come ci dicevano, non potevano entrare in casa”. I vicini sospettano che giri anche della droga, ma non vi sono prove. Addirittura l’uomo racconta che “una volta, appena arrivati gli agenti, si sono presentati i legali di Genovese“. Non resta dunque, per la famiglia, che fare affidamento su legali e investigatori privati.

Genovese e quei party esagerati

Alberto Genovese-Meteoweek.com

Era mercoledì 29 maggio 2019 quando hanno inizio i “controlli”. Mentre sulla terrazza si esibisce un famoso attore e cantante, davanti al portone del palazzo c’è una sorta di buttafuori, come se si trattasse di un locale notturno. I “buttafuori” chiedono: “Siete qui per la festa del signor Alberto?“. Una volta entrati dentro, tramite codice segreto, alcune ragazze invitate salgono al sesto piano. Gli altri inquilini, invece, devono restare al quinto. In quest’area Genovese ha fatto piazzare un cancello che sbarra l’accesso alle scale e fatto murare i restanti gradini impedendo di recarsi al vano ascensori.

Addirittura Genovese, pur di non riaprire quell’accesso, ha pagato a sue spese lo spostamento al pian terreno dell’impianto motore. Nel frattempo le sue feste spopolano sui social, soprattutto su Instagram. “Il portinaio ci avvisava di prepararci a fare la notte in bianco perché nel pomeriggio erano passate casse di alcolici”, prosegue Fabio nel racconto. Per i 40 anni di Genovese, poi, il 28 maggio 2017, alla festa arrivano fotografi, dj, ci sono fiumi di alcolici, e ogni invitato indossa un braccialetto bianco, come se si fosse in un resort turistico. Fabio chiosa poi con un ultimo racconto:”Una volta mia moglie ha avuto un attacco di panico e abbiamo dovuto chiamare il 118. Era appena nata la nostra bambina. Dopo il parto ha dovuto prendere dei rilassanti. Purtroppo c’è chi pensa che con i soldi sia possibile qualsiasi cosa: io pago e faccio tutto quello che voglio“.

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