Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd, illustra le proposte che i Dem hanno presentato al tavolo di maggioranza per il programma di legislatura. In una nota avrebbe sottolineato: “La sostenibilità ambientale è la cifra della nuova stagione di sviluppo che il Pd vuole costruire per l’Italia, a partire dall’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU destinate per il 40% proprio alla transizione ecologica”.
Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd, annuncia le proposte presentate dai Dem al tavolo di maggioranza per il programma di legislatura. Commentando i principali obiettivi perseguiti dai Dem, Braga si sofferma – appunto – sulla sostenibilità ambientale e green economy, affermando: “La sostenibilità ambientale è la cifra della nuova stagione di sviluppo che il Pd vuole costruire per l’Italia, a partire dall’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU destinate per il 40% proprio alla transizione ecologica. Vogliamo coniugare gli obiettivi ambientali con quelli sociali. Per questo abbiamo portato con forza le nostre proposte al tavolo della maggioranza, perché l’agenda del Governo 2021-2023 metta finalmente al centro le politiche green e la lotta ai cambiamenti climatici”.
Le misure proposte
Insomma, il governo sta mettendo a punto il programma che dovrebbe traghettarlo fino al 2023 e in questo quadro si inserisce l’intento di ottenere un’Italia più green. Per farlo, sono necessarie diverse misure elencate dalla stessa Braga: “Occorre accelerare il processo di decarbonizzazione e realizzare impianti di energia rinnovabile, velocizzando tempi e iter autorizzativi; migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici pubblici e privati anche attraverso la proroga del superbonus. Lavoriamo per dare soluzioni a vicende complesse
come quelle dell’Ilva, realizzando a Taranto la capitale europea dell’acciaio verde e tutelando salute e ambiente insieme a lavoro e sviluppo”.
Poi ancora, a livello territoriale: “I fatti drammatici di queste ore ci richiamano all’obbligo di prenderci cura del nostro territorio: emanare al più presto il Dl per contrastare il dissesto idrogeologico, dotarci di una norma nazionale contro il Consumo di suolo e approvare la legge sulla Rigenerazione urbana proposta dal Pd; proseguire nella ricostruzione dei territori colpiti da terremoti e calamità naturali. Tutelare la biodiversità, avviare un piano per la transizione ecologica della nostra agricoltura, anche promuovendo una Piattaforma nazionale digitale per la valorizzazione dei prodotti agricoli e della pesca italiani”.
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Infine, a rendersi necessari saranno anche degli investimenti in grado di aggiornare, in chiave green, l’intero apparato statale, la Pubblica amministrazione e i trasporti pubblici: “L’altra grande priorità è accompagnare il pieno sviluppo dell’economia circolare in tutti i settori produttivi. Per questo è indispensabile un grande investimento nella formazione di competenze green nella Pa e nel rafforzamento delle agenzie ambientali, per accompagnare i processi di sviluppo dell’economia verde e una nuova stagione di investimenti pubblici in settori strategici come la mobilità sostenibile e il settore idrico, soprattutto nel Mezzogiorno. È importante che il Collegato ambientale venga emanato il prima possibile e che la riduzione dei Sussidi ambientalmente dannosi (SAD) prosegua anche in questa Legge di bilancio”, conclude Chiara Braga.
Marco Magnani: “Necessario associare la green economy alla crescita del Pil”
La necessità di mettere al centro del tavolo la questione ecologica è ribadita anche da Marco Magnani, economista, docente alla Luiss, senior research fellow alla Harvard Kennedy School, intervistato su Formiche.net: “Negli ultimi anni la sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico è aumentata enormemente e la questione energetica è diventata in molti Paesi un tema centrale del dibattito politico”. Tuttavia, “l’improvvisa emergenza sanitaria del Covid-19 rischia di rallentare questa tendenza. Ma, d’altro canto, rappresenta anche una grande opportunità per accelerare la transizione verso la green economy. La chiave sta nell’inserire gli obiettivi di sostenibilità in un piano di ripresa economica, associando la green economy a crescita del Pil e creazione di nuovi posti di lavoro. La necessità di aumentare gli investimenti pubblici e privati non è incompatibile con la possibilità di ripensare alcuni sistemi di produzione e di trasporto”.
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Insomma, l’idea è di sfruttare questo momento di crisi come un’occasione per occuparsi – parallelamente – di ambiente e occupazione. Per farlo anche a livello internazionale, secondo Magnani è necessario un lavoro di cooperazione su più piani: “Se c’è anche quel minimo di cooperazione internazionale, la transizione energetica si può garantire, mettere in sicurezza insomma. A monte serve una grande leadership, a valle però serve la cooperazione internazionale tra Stati, al fine di impedire alla transizione di fermarsi. Ricordiamoci sempre che la chiave di volta per indirizzare il cambiamento in senso positivo, per cavalcarlo senza esserne travolti, è la sua gestione”.