Vaccini, Pierpaolo Sileri: “Ci vorrà qualche forma di obbligatorietà”

Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha commentato a Radio Radio l’attuale situazione sul fronte vaccini. 

Mentre la Gran Bretagna si prepara, dal prossimo lunedì, a dare avvio alla vaccinazione di massa, dopo aver dato via libera al Pfizer, l’Italia sembra essere indietro nella corsa al Covid. Il vaccino sembra essere davvero l’unica arma efficace contro la pandemia, ma rimangono numerosi dubbi circa le circostanze e le modalità della vaccinazione. Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, è intervenuto a questo proposito in un’intervista a Radio Radio.

“I vaccini sono in dirittura di arrivo. È chiaro che qualcuno arriverà prima, qualcuno dopo. Non significa che a gennaio avremo vaccini per 60 milioni di italiani, significa che entra la disponibilità. Prenderemo il 13% di tutte le dosi che arriveranno in Europa e piano piano si procederà alla distribuzione”, ha detto Sileri. Ciò vuol dire ridurre le chance di contagio a partire da coloro che sono più fragili, i più anziani. Proprio loro devono essere i primi ad essere protetti: “Noi abbiamo 14 milioni di persone sopra i 65 anni in Italia, purtroppo abbiamo avuto esperienza di diverse decine di migliaia di morti sopra i 65 anni. È chiaro che sono loro che devono essere protetti. La protezione di gregge deve partire dalla popolazione più anziana”.

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Inoltre, sempre sul fronte vaccini, Sileri ha ribadito la sua ferma convinzione della necessità di introdurre forme di obbligatorietà. “Io credo che per alcune categorie debba esserci l’obbligo vaccinale, per il resto immagino che dopo quello che si è passato in tutti questi mesi la richiesta della vaccinazione sarà estremamente alta”. Lo aveva detto, nel resto, anche nel suo intervento al III Forum Sostenibilità di Fortune Italia. “Non credo sarà necessario un obbligo per tutta la popolazione. Quello che interessa maggiormente in questo momento è che vanga fatto dalla popolazione più fragile”, ha proseguito il viceministro. I vaccini, come è noto, arriveranno in maniera scaglionata ma i primi a vaccinarsi saranno proprio gli anziani e la popolazione che lavora in ambito sanitario. “Auspicabilmente, se la vaccinazione anti-Covid inizia a gennaio-febbraio come sembrerebbe, sarebbe utile riuscire a vaccinare fra i 6 e i 10 milioni di persone secondo me in 3 mesi”, ha ancora osservato Sileri. Stavolta, intervenendo a “Un giorno da pecora“, su Rai Radio 1.

Chiara Feleppa

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