Lavoro agile, Dadone: “I dirigenti pubblici, ora, possono lavorare anche di sera”

Fabiana Dadone, Ministro della Pubblica Amministrazione, ha commentato l’attuale modalità di lavoro a cui si è ricorsi, in extremis, in seguito al Coronavirus. 

“Questi mesi dimostrano che ci sono sia gli strumenti sia lavoratori disponibili a formarsi e a superare la paura di un modo diverso di lavorare”. A dirlo, Fabiana Dadone, Ministro della Pubblica Amministrazione. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, ha commentato l’attuale modalità di lavoro a cui si è ricorsi, in extremis, in seguito al Coronavirus.  “Dai dati sembra che il lavoro agile sia però meno diffuso a livello locale. Andranno fatti investimenti anche grazie al Recovery Fund, a partire dalla Rete. Ma per i piccoli la gestione è comunque più facile. La spinta sul lavoro agile servirà soprattutto all’efficienza degli enti più grandi”, ha proseguito.

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Ad oggi, il 50 per cento del personale riesce a dare il suo massino con mansioni possibili da remoto. Ma l’idea è quella di arrivare almeno al 60 per cento e cambiare l’idea di lavoro. “Se un dipendente lavora meglio di sera potrà farlo su pratiche che possano essere evase di notte: contano i risultati su obiettivi individuali, che tengano conto della persona e del suo valore aggiunto”, ha proseguito. Così, il dipendente deve diventare sempre più un manager e rivendicare il suo ruolo. Il Piano organizzativo del lavoro agile prevede “indicatori di valutazione della performance individuale”, inclusa la valutazione dell’utenza. Si pensa di dare ai lavoratori uno strumento snello, facilmente compilabile, per report e monitoraggi frequenti.

Infine, difende i lavoratori della Pa dalle critiche: “Chi accusa i lavoratori della Pa di essere fannulloni tutelati si dimentica che sta parlando di insegnanti, medici, vigili del fuoco, polizia. Certo, hanno un livello di solidità diversa perché costituiscono l’ossatura dello Stato e ne devono garantire il funzionamento ma chi sbaglia o non produce il giusto deve essere allontanato”, dice il Ministro. Infine, Dadone commenta anche le azioni dei sindacati che denunciano le decisioni prese senza essere coinvolti e i fondi spesso insufficienti per
i rinnovi contrattuali: “Fatico a capirli in questa fase. Sul lavoro agile abbiamo previsto strumenti che non toccano gli istituti tipici della contrattazione. Saranno discussi ai tavoli, ma è chiaro che per parlare ad esempio del diritto alla disconnessione serve una norma che lo preveda e la faremo nel collegato alla legge di Bilancio”.

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