Va ricalcolata (al ribasso) la pena definitiva per Adam Kabobo, il trentottenne di origine ghanese che l’11 maggio 2013 uccise a picconate Alessandro Carolè, Ermanno Masini e Daniele Carella e tentò di ammazzare altre due persone a sprangate. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del gip di Milano del 27 novembre 2019, che aveva calcolato la pena complessiva da scontare in 42 anni di reclusione.
Partiamo dalle condanne ricevute da Kabobo nei due processi: uno per i tre omicidi e il secondo per i due tentati omicidi. Nel primo caso, è stato condannato a 20 anni per il triplice assassinio consumato tra piazza Belloveso, via Adriatico e via Monterotondo l’11 maggio 2013. Nel secondo caso, è stato condannato a 8 anni per aver aggredito Andrea Canfora e Francesco Niro, i primi a finire nel mirino in quella drammatica mattina di Niguarda. Il gip ha ritenuto più grave uno dei tre omicidi per cui ha individuato la pena base di 24 anni, “ridotta per la seminfermità mentale” a 16. “Gli aumenti di pena sono stati determinati in 8 anni di reclusione per ciascuno dei due residui omicidi volontari, in un anno di reclusione per ciascuno dei tre delitti di rapina aggravata, in sei anni di reclusione per il delitto di tentato omicidio e in un anno di reclusione per l’ulteriore delitto di tentato omicidio”, affermano gli ermellini. Totale: 42, ridotti di un terzo a 28 per l’abbreviato.
Con il primo motivo, gli avvocati hanno sottolineato che la pena base del reato più grave (16 anni) e gli aumenti di pena per gli altri reati sono “stati determinati in misura superiore a quanto operato nel giudizio di cognizione”. In base a questo principio la sentenza di primo grado è stata parzialmente riformata, riducendo da 16 anni a 15 anni e 4 mesi. Inoltre, i legali hanno “denunciato il difetto di motivazione in relazione alla quantificazione degli aumenti di pena per i due delitti di tentato omicidio”, 6 anni in un caso e uno nell’altro. Per quanto riguarda il primo, gli ermellini hanno ricordato che stando al l’ordinanza del gip “è stata violata la disposizione che vincola il giudice dell’esecuzione nella determinazione della pena base e degli aumenti di pena per i reati cosiddetti satellite, avendoli commisurati in misura superiore a quella applicata nel giudizio di cognizione ( 16 anni invece di 15 anni e 4 mesi per la pena base, 8 anni invece di 7 per gli altri due omicidi e un anno invece di 10 mesi e 20 giorni per le rapine, ndr ). L’ordinanza impugnata si è limitata a indicare gli aumenti di pena, rilevando la conformità della scelta compiuta rispetto al parere del pubblico ministero, annotazione che, senza alcuna indicazione delle argomentazioni condivise, non rende ragione della decisione assunta”.
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E’ stato inoltre respinto il terzo motivo sulla mancata applicazione del “criterio moderatore”, che prevede che per reati dello stesso tipo, non si superino i 30 anni di pena. In ogni caso, il calcolo va rifatto, e, viste le premesse, sarà sicuramente a favore di kabobo.
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