Indice Rt sotto quota 1: “Dati incoraggianti, pressione alta sugli ospedali”

L’Istituto Superiore di Sanità svela i dati relativi al periodo tra l’11 e il 24 novembre. L’indice Rt scende a quota 0,91 ma non si può abbassare la guardia. Puglia, Calabria e Sardegna restano regioni a rischio alto.

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I principali esponenti dell’Istituto superiore di sanità – meteoweek.com

Arrivano buone notizie per il nostro Paese, sul fronte dell’emergenza Covid. A renderle note è l’Istituto Superiore di Sanità, che ha svelato i dati relativi al periodo tra l’11 e il 24 novembre. A livello nazionale, infatti, il tanto discusso indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,91. Andando in maniera un po’ più approfondita, come si legge sull’ultimo rapporto, “si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 16 Regioni/PPAA”. Allo stato attuale delle cose, restano solo tre regioni classificate a rischio alto: Calabria (a titolo precauzionale), Puglia e Sardegna.

Ovviamente la situazione della Calabria è legata al fatto che per diverse settimana non c’è stato un commissario alla sanità che potesse monitorare la situazione. Non appena l’insediamento del dottor Longo diventerà definitivo, arriveranno dati più certi. Tornando sul piano nazionale, per la seconda settimana consecutiva non scende solo l’indice Rt, ma anche l’incidenza dei casi su lasso di tempo bisettimanale. Si legge di dati “incoraggianti e confermano l’impatto delle misure che si accompagnano con una diminuzione nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva”.

Tuttavia, l’Istituto superiore di Sanità fa sapere che “la pressione sui servizi ospedalieri è ancora molto elevata”. I vertici dell’Iss scrivono nel nuovo rapporto anche che l’impatto della epidemia sui servizi sanitari assistenziali rimane alto. 18 Regioni/PPAA, il primo dicembre avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva supera ancora la soglia critica di occupazione a livello nazionale. Nel complesso, “il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione: da 3.816 a 3.663”.

Vanno comunque rispettate le norme anti-Covid – meteoweek.com

Scende anche il numero di persone ricoverate in aree mediche: il 24 novembre erano 34.577, una settimana dopo sono diventate 32.811. Passando all’incidenza dei contagi, si nota una netta discesa. Si passa da circa 706 infetti ogni 100mila abitanti nel periodo tra il 9 e il 22 novembre, ai circa 590 casi nella settimana successiva. “L’incidenza – si legge nel rapporto – rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedali”.

Si continua ad osservare, come rivela l’Iss, una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (62.617 contro 77.541 della settimana precedente): questo dato, insieme all’aumento nella percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (24,7% contro 17,1%) suggerisce un miglioramento dell’attività di tracciamento stessa. Migliora, come detto, anche la situazione delle regioni: “Si osserva una riduzione generale del rischio complessivo, con la maggior parte delle Regioni/PPAA a rischio moderato e, per la prima volta dopo sette settimane, due a rischio Basso”.

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Abbiamo parlato di Indice Rt, che su scala nazionale è sceso sotto la fatidica quota 1. Al tempo stesso, però, bisogna sottolineare che in cinque regioni questo dato resta superiore a una quota che è necessario far scendere. Si tratta di Calabria (1.06), Lazio (1.04), Molise (1.38), Veneto (1.13) e Toscana (1.01). E c’è un altro problema che l’Iss porta alla luce: “Permane una diffusa difficoltà nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi) sia per completezza”.

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