Anche Beppe Grillo si espone sul Mes in un messaggio sul suo blog dal titolo La Mes è finita: “Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile”.
Beppe Grillo si espone sul Mes, e lo fa in linea con la posizione del Movimento 5 Stelle: è uno strumento inadeguato. In un post pubblicato sul suo blog dal titolo La Mes è finita commenta: “Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere”. Per questo “non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli”. Poi ancora: “Incaponirsi sull’assurda discussione sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, è una mera perdita di tempo ed energie. I soldi del meccanismo europeo, è giusto ricordare che (convenienti o meno) sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni”.
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Le proposte di Beppe Grillo
Ma allora dove prendere le risorse necessarie? Beppe Grillo un’idea ce l’ha. La prima proposta riguarda richiedere “l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa”. La seconda riguarda, appunto, una patrimoniale sui patrimoni sopra i 50 milioni di euro: “Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario?”. Significherebbe “ragionare come ragiona una qualsiasi famiglia in difficoltà economica che, prima di rivolgersi alle banche o (peggio) agli strozzini, decide di andare a bussare alla porta di un parente alla lontana che se la passa decisamente meglio”. Poi ancora: “Quello che per una famiglia è tanto (una somma di denaro per uscire dalle difficoltà) per il ricco parente è niente o molto poco”.
Un sì alla patrimoniale
Insomma, Grillo si schiera nettamente a favore di una patrimoniale e prende così le distanze da Luigi Di Maio. Come già calcolato dal Fatto Quotidiano, un contributo del 2% per i patrimoni dai 50 milioni in su e un contributo del 3% per i patrimoni sopra il miliardo comporterebbero un indotto non indifferente nelle casse dello stato, chiedendo qualche sforzo in più a circa 3mila persone. L’entrata sarebbe di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, il 2021. Così anche Grillo torna sul tema: “Come reperire altri fondi per dar ossigeno alla sanità e alle imprese italiane”. All’interno di questo quadro, la patrimoniale rappresenta uno degli strumenti “assolutamente praticabili, sacrosanti e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia) che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno”.
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Chiedere Imu e Ici sui beni di proprietà della Chiesa
Per quanto riguarda, invece, il tema Imu e Ici della Chiesa, Grillo riassume: “Nel novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare”. Poi Grillo passa a calcolare il valore di questo risparmio a vantaggio della Chiesa: Imu e Ici non versate “portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata. La questione può essere così riassunta: è giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini? Aldilà di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta è chiara. Sì”.