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Politica

Decreto Natale, stop spostamenti tra regioni da 21 dicembre a 6 gennaio

Il Consiglio dei ministri giunge all’approvazione del decreto Covid, un decreto che prevede anche la proroga della durata dei Dpcm fino a 50 giorni. All’interno di questo quadro, pronte per la firma le misure per le festività, che prevedono mantenimento del coprifuoco e regioni blindate dal 21 dicembre al 6 gennaio. 

MeteoWeek.com (da Getty Images)

I confronti al Consiglio dei ministri sono andati avanti tutta la notte, teso il colloquio tra rigoristi (come i ministri Speranza e Boccia) e aperturisti (tra cui rappresentanti Italia Viva che chiedono un allentamento delle strette). Eppure, al termine della nottata, la linea che emerge sembra quella del rigore. Il decreto legge Covid conferma le anticipazioni su delle possibili feste blindate. Intanto si raggiunge l’accordo sullo stop alle lezioni in presenza alle superiori fino al 7 gennaio. Ma a preoccupare è soprattutto il nodo spostamenti: dal 21 dicembre al 6 gennaio è previsto un blocco degli spostamenti tra regioni e il divieto di raggiungere le seconde case. Se il Consiglio dei ministri sembra aver ottenuto una quadra, seppur tra mille difficoltà, ora i toni rischiano di inasprirsi nel confronto con le regioni, che avrà luogo le prossime ore. La cautela del governo, insomma, vuole restare massima nonostante le nuove ordinanze che verranno firmate dal ministro Speranza nella giornata di venerdì, quando l’Italia dovrebbe diventare un po’ più gialla. Ma alcune regioni non sono d’accordo.

Il nuovo decreto

Il decreto è stato approvato su proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro della Salute Roberto Speranza, ed crea una proroga per la validità dei Dpcm dagli attuali trenta a cinquanta giorni. Il provvedimento dovrebbe esser firmato entro questa sera – previo l’invio a tutte le regioni – per entrare in vigore dal 4 dicembre. Confermato il sistema a tre fasce, il coprifuoco in tutta Italia alle 22 e i ristoranti chiusi in zona gialla alle 18. Il nuovo decreto consente misure più rigide da applicare durante le festività in grado di prescindere dal colore della zona di rischio. Misure che andranno a intaccare principalmente gli spostamenti tra regioni.

Le regioni blindate

Per quanto riguarda gli spostamenti, nel decreto viene stabilito che non ci si potrà spostare dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 tra regioni diverse (comprese le province autonome di Trento e Bolzano). E questo a prescindere dalle zone di rischio coinvolte dagli spostamenti. Ci sono ovviamente delle eccezioni: ci si potrà spostare in caso di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre, nello stesso periodo sarà comunque possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Vietato anche spostarsi nelle seconde case in una regione o provincia autonomia diversa. Misure che si inaspriscono il 25 e il 26 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021, quando saranno vietati anche gli spostamenti tra comuni diversi, salvo le stesse deroghe di cui prima (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute).


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Una notte infuocata

A questo punto, definite le linee guida, emergono dubbi e polemiche. Il primo dubbio riguarda l’interpretazione della definizione di “situazione di necessità“: cosa si intende esattamente? Cosa può esser percepito come “necessità”? Su questo proseguirà anche il confronto con le regioni. Poi gli altri punti dolenti: la chiusura di alberghi e ristoranti nella notte del 31 dicembre, le deroghe alla quarantena per chi rientra dall’estero, la possibile impugnazione della legge controcorrente della Valle D’Aosta. Stando a quanto riportato dall’Ansa il confronto che si è consumato durante la notte è stato infuocato, soprattutto di fronte alle richieste delle ministre di Italia Viva Bellanova e Elena Bonetti di eliminare il divieto di uscire dal proprio comune il 25, il 26 dicembre e il primo gennaio. Una richiesta che ha incontrato il muro dei capi delegazione Dario Franceschini (Pd), Alfonso Bonafede (M5s) e Roberto Speranza (Leu). Sono intervenuti Francesco Boccia ed Enzo Amendola.

Al termine della discussione Conte ha ratificato la decisione della maggioranza: impedire gli spostamenti tra comuni in quei giorni. Ma ora si attende la risposta delle regioni, che saranno chiamate a commentare le misure del governo. Intanto arriva l’affondo del presidente della regione Liguria Giovanni Toti sui social, che critica la scelta sullo spostamento tra comuni: “Non c’è buon senso ma non senso. Se vostra mamma vive sola a Laigueglia ma voi abitate ad Alassio, scordatevi di trascorrere il pranzo di Natale con lei”. In virtù di queste pressioni, non sono esclusi ulteriori cambiamenti.


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Le raccomandazioni

Persiste poi una raccomandazione: passare le festività esclusivamente con i conviventi, anche dentro casa. “Le deroghe saranno minime perché la severità e il rigore è quello che in questo momento ci mette in sicurezza”, aveva la detto sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, a RaiNews24. Per poi ribadire: “Non indicheremo limiti per il numero di persone a tavola, ma sconsiglierei di aprire ai non conviventi. Aiutarsi questa volta significa rinunciare a vedersi“. Insomma, per questo Dpcm di certo si preferirà il rigore alla famiglia, anche se non poche sono le frizioni: al Senato Italia Viva e una minoranza del Pd hanno chiesto con insistenza di consentire i ricongiungimenti familiari. Si attendono ora ulteriori evoluzioni, ma il quadro sembra chiaro: spostamenti ridotti all’osso e, dentro casa, forti raccomandazioni.

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