Arrivano nuove informazioni sulle linee guida da seguire per il piano vaccini, esposte dal ministro della Salute Roberto Speranza durante la riunione con i capidelegazione della maggioranza. Su un’eventuale obbligatorietà del vaccino avrebbe affermato: “Partiamo senza, obiettivo raggiungere immunità di gregge con 40 milioni di italiani vaccinati”.
Il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe fornito – durante la riunione con i capigruppo della maggioranza – ulteriori informazioni sulla prossima campagna di vaccinazione anti-Covid. Stando a quanto emerge, le vaccinazioni di massa avverranno all’interno di grandi spazi pubblici, palestre, spazi aperti e fiere. Inoltre, in base a quanto riportato da fonti di maggioranza, la distribuzione del vaccino sarà interamente statale, con una gestione di tipo centralizzato e non locale. Previsto anche l’utilizzo dell’esercito. Poi un accenno sulle tempistiche. Durante la riunione dei capigruppo Speranza avrebbe affermato, stando a quanto riportato da Adkronos: “Avremo 202 milioni di dosi di vaccino anti-covid dal primo trimestre 2021″. Più precisamente “le dosi del vaccino prodotto da Pfizer saranno disponibili “tra il 23 e il 26 gennaio” e “andranno direttamente ai 300 punti di arrivo che sono direttamente gli ospedali”. L’idea, comunque, è di calcolare nella maniera più precisa possibile tempistiche e flessione della curva epidemiologica: “Non possiamo far coincidere la terza ondata eventuale con la campagna vaccinale: per questo adesso obiettivo è flessione della curva epidemiologica”. Tuttavia restano ancora gli ultimi dubbi da sciogliere, ricordati dallo stesso ministro: “Ogni dose ha bisogno di richiamo e non sappiamo di quanto ci sia immunità”. A proposito di una presunta obbligatorietà del vaccino, Speranza avrebbe ribadito quanto già affermato in altre occasioni: non si inizierà direttamente con l’obbligo vaccinale ma si tenterà di procedere con “persuasione e informazione”, sperando che basti a raggiungere l’immunità di gregge tramite la vaccinazione di 40 milioni di italiani.
A commentare i dettagli della campagna di vaccinazione anche il presidente del Consiglio superiore di sanità e memrbo del Cts Franco Locatelli, intervistato a Carta Bianca: “Il lavoro per garantire tempistiche veloci e metodi efficaci è già iniziato”. Poi ancora: “Il piano di distribuzione vaccino è pronto, frutto di una stretta collaborazione con il commissario Arcuri, i colleghi del ministero della Salute, le ditte farmaceutiche e i presidenti di regione”. Ma perché tutto questo sia messo a frutto, ribadisce Locatelli, è necessario che vengano vaccinate più persone possibili: “Fondamentale l’adesione al vaccino, il convincimento di quanto sia importante e imprescindibile. Dobbiamo arrivare a vaccinare almeno il 70% della popolazione. E’ comunque, a mio avviso, irragionevole la vaccinazione obbligatoria”.
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Come già riportato, le prime dosi del vaccino Pfizer dovrebbero arrivare tra il 23 e il 26 gennaio. Le dosi saranno stoccate in 300 punti all’interno degli ospedali e saranno destinate in primis a personale medico sanitario e ospiti delle Rsa, a partire dagli ultra 80enni per scendere verso i 60-70enni e così via. Compresi anche i lavoratori essenziali. Maggiori dettagli, tuttavia, arriveranno oggi, quando il ministro della Salute presenterà il piano di vaccinazione alla Camera. Intanto emergono i primi numeri: le dosi disponibili dal primo trimestre saranno 202 milioni. Ma queste dosi, ricorda Speranza, serviranno anche a effettuare i richiami necessari. Inoltre, il piano di vaccinazione di massa dovrebbe comprendere anche l’implementazione della rete per monitorare le vaccinazioni, una rete che utilizza un sistema informativo dedicato in collegamento con i sistemi regionali.
Intanto, mentre alcune aziende iniziano a produrre dosi prima dell’approvazione dell’Ema per accorciare i tempi, mentre i governi mettono a punto i piani di vaccinazione, emergono nuove informazioni dal mondo della ricerca. Biontech-Pfizer sono le aziende che hanno già presentato la richiesta di autorizzazione all’Ema, l’Agenzia europea dei farmaci. Se l’ente dovesse riconfermare i numeri incoraggianti già anticipati dai comunicati stampa delle aziende, sarà possibile iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel. La risposta dovrebbe arrivare entro il 29 dicembre, mentre il 12 gennaio arriverà, probabilmente, la risposta per il vaccino dell’azienda americana Moderna. A breve l’Ema riceverà la documentazione anche dall’azienda AstraZeneca, in collaborazione con l’Università di Oxford: l’azienda ha promesso di consegnare i dati per la richiesta di approvazione tra 7 giorni.
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Intanto l’Ema rassicura: si sta facendo tutto il possibile per valutare in tempi brevi i dati presentati. Non resta che attendere e continuare a sperare che gli ottimi risultati forniti dai comunicati stampa delle aziende abbiano un riscontro effettivo.
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