Dopo 50 anni la cannabis esce dalla tabella degli stupefacenti e viene riconosciuto il valore terapeutico della sostanza: a deciderlo l’Onu. Compatto il fronte europeo, che ha votato a favore della misura.
La decisione in merito alla declassificazione della cannabis è stata presa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, a seguito della riunione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti. Come spiegato dal New York Times, durante l’incontro è stata effettuata la votazione in merito a una serie di misure proposte dall’Oms sulla riforma internazionale della cannabis, conclusasi con l’uscita della canapa dalla “Tabella IV” – quella più restrittiva e che include sostanze quali eroina e cocaina. In buona sostanza, la cannabis è stata infine declassificata da sostanza stupefacente e se ne è riconosciuto il valore terapeutico. L’Unione europea ha votato compatta, con l’unico voto contrario proposto dall’Ungheria.
La votazione in Commissione si è conclusa con 27 voti favorevoli, 1 astensione e 25 voti contrari. In particolar modo l’Unione europea si è mostrata compatta, trovando l’unico voto contrario proposto dall’Ungheria. Tale risultato dovrebbe facilitare la legalizzazione della cannabis terapeutica in diversi contesti medici, a sostegno del trattamento di patologie quali, ad esempio, il morbo di Parkinson, la sclerosi, l’epilessia, il dolore cronico e il cancro.
Il riconoscimento odierno da parte dell’Onu si mostra come una vittoria simbolica per tutti i sostenitori del cambiamento della politica sulle droghe. Si sottolinea, in effetti, che da 13 anni nel nostro Paese è consentito il ricorso alla cannabis terapeutica sotto prescrizione medica, anche se il fabbisogno risulta sensibilmente superiore alla produzione e all’importazione del farmaco richiesto. Per questo motivo, molto spesso i pazienti sono costretti a ricorrere a misure alternative, quali l’autoproduzione della sostanza.
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Come riportato dalle fonti, dai dati emersi dal report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, l’Italia avrebbe un fabbisogno di 1.950 kg all’anno di cannabis medica. Tuttavia, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, nel 2019, ha distribuito alla farmacie soltanto 157 kg di tale sostanza. Un divario, questo, pesantissimo, che obbliga lo Stato ad acquistare il prodotto altrove. Nell’ultimo anno, non a caso, sono stati importanti dall’Olanda ben 252 kg di cannabis.
Al momento, anche ricorrere all’autoproduzione del farmaco, però, comporta i suoi problemi. La situazione riporta alla mente il caso di Walter De Benedetto, paziente affetto da malattia neurodegenerativa invalidante che assume cannabis medica sotto regolare prescrizione per rallentare gli effetti e i sintomi della sua condizione. Difficile per Walter, però, reperire la quantità di cannabis di cui necessiterebbe: per questo era passato alla coltivazione della canapa – fatto che l’ha tuttavia portato ad essere indagato dalle forze dell’ordine. Forse, con la decisione dell’Onu, sia lui che tanti altri pazienti nelle sue stesse condizioni potranno trovare presto una dovuta soluzione.
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