Dopo le proteste che hanno attraversato tutta la Francia, la maggioranza del governo francese ha annunciato la riscrittura dell’articolo 24, l’articolo della Securité globale che prevedeva – di fatto – il divieto per i cittadini di filmare le forze dell’ordine in azione.
In Francia il tentativo di far passare inosservato l’articolo 24 della proposta di legge sulla sicurezza globale non è andato a buon fine. L’articolo prevede – di fatto – il divieto per i cittadini di filmare o fotografare le forze dell’ordine in azione. Dopo episodi di violenza da parte della polizia, tutta la Francia è stata percorsa da manifestazioni e proteste contro la legge. La maggioranza di governo francese ha allora promesso una “versione completamente nuova dell’articolo 24″. La nuova decisione sarebbe giunta dopo un vertice all’Eliseo. Presenti i ministri e i capigruppo convocati dal presidente Emmanuel Macron. La legge è già stata approvata dalla Camera la scorsa settimana, e sarebbe ora in attesa di una discussione e approvazione in Senato. L’annuncio di una riscrittura arriva da Christophe Castaner, capo del gruppo parlamentare La République en Marche. Una promessa che, comunque, non accontenta le richieste dei manifestanti, che pretendono una eliminazione tout court della legge.
L’articolo 24 introduce di fatto un reato per chi diffonde immagini in grado di “danneggiare l’integrità fisica e morale degli agenti di polizia”. In caso di infrazione sono previste pene durissime: da un anno di carcere al pagamento di 45mila euro di multa. Tante le implicazioni di una legge di questo tipo, che rischierebbero di ricadere inevitabilmente e negativamente sulla libertà di stampa e sulla vita dei cittadini: secondo molti la legge renderebbe più complicato, per i giornalisti, denunciare le azioni violente della polizia, incentivando – grazie a questo “scudo” – la diffusione di azioni illegali da parte delle forze dell’ordine. A causa delle numerose critiche, il governo ha in un primo momento tentato di ribadire: giornali e tv hanno il permesso di diffondere immagini di agenti senza dover offuscare il video. All’articolo 24, prima dell’approvazione alla Camera il governo ha aggiunto un emendamento in cui viene specificato che la legge “non sarà un ostacolo al diritto di informare il pubblico”. A quanto pare, però, i tentativi di ammorbidire una legge di questo tipo non sono stati sufficienti. L’articolo 24 entra, tra l’altro, all’interno di un pacchetto di leggi già avviate negli ultimi mesi per contrastare il terrorismo. Un’altra legge molto contestata riguarderebbe l’utilizzo di droni della polizia durante le manifestazioni e l’attribuzione di maggiori poteri agli agenti della polizia locale.
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Intanto negli ultimi giorni si sono indurite le critiche contro il governo francese. Ad inasprire i toni anche l’aggressione ai danni di Michel Zecler, produttore musicale picchiato brutalmente dalla polizia all’interno del suo studio di registrazione, apparentemente senza nessun motivo valido. A dimostrarlo, proprio dei video dell’aggressione che avrebbero scagionato l’uomo, apportando prove tangibili. Gli agenti, infatti, avrebbero riferito: la sera del 21 novembre a Parigi, nel 17esimo arrondissement, l’uomo camminava in strada senza mascherina. Notati gli agenti, l’uomo avrebbe tentato di trascinarli dentro lo studio con violenza, cercando di disarmarli. Le immagini mostrano una dinamica totalmente diversa: l’uomo sarebbe stato trascinato dentro dagli agenti, senza opporre resistenza, e picchiato brutalmente. Una vicenda che ha un significato particolare in vista dell’articolo 24. Anche per questo decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutte le principali città francesi, per manifestare il loro dissenso. In piazza anche la stampa e i partiti di sinistra. Secondo il ministero dell’Interno, il 28 novembre in tutto avrebbero partecipato alle proteste circa 130.000 persone nelle principali città francesi. Il corteo più importante avrebbe avuto luogo a Parigi, con una partecipazione di circa 46mila persone.
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