Covid, come evitare che si trasmetta nei luoghi chiusi? Ecco alcune norme secondo uno studio portato avanti dal Cnr
Per evitare il contagio da Covid è ormai noto che un grande aiuto lo danno conoscenza e rispetto delle precauzioni. Si sa che il virus si trasmette solo con contatto diretto, ma può diffondersi nell’aria tramite le famose goccioline di saliva nebulizzata. Ecco perché è importante avere delle linee da seguire per tutelarsi dal contagio negli ambienti chiusi.
È una ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR, in collaborazione con enti di ricerca indiani, tedeschi e americani a dare alcune norme da seguire per evitare il suddetto contagio in luoghi chiusi.
Il virus ha dimensioni piccolissime, un centinaio di nanometri “eppure è verificato che una persona infetta, attraverso la respirazione, la vocalizzazione, la tosse, gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il SARS-CoV-2″, dice Francesca Costabile, ricercatrice CNR. Erg, più la gocciolina è grande, più grande è “la capacità di penetrazione nel tratto respiratorio basso, di traslocazione sistemica in tutto il corpo umano e di attacco a organi bersaglio particolarmente vulnerabili, primo fra tutti il cervello“.
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Il consiglio fondamentale è quello di ventilare con cura gli ambienti chiusi in modo da tenere ben umidificata l’aria interna, perché “robusti risultati di laboratorio dimostrano come la trasmissione del virus, in ambienti privi di radiazione solare, sia favorita da condizioni secche e fredde con ventilazione insufficiente“, spiega Costabile del Cnr. Questo deve avvenire, in particolare, quando si sia in condizioni di temperature sotto i 20° C. È bene quindi usare purificatori d’aria o aprire le finestre (quando possibile) anche nei periodi invernali.
È inoltre sconsigliato “l’utilizzo di nebulizzatori in alcune procedure mediche e di tipologie di disinfettanti per le pulizie come quelli al perossido di idrogeno“.