A parlare è il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che intervenendo a L’Aria che tira su La7 commenta: “Le scene di ieri ci hanno fatto capire che gli italiani hanno bisogno regole e divieti perché le raccomandazioni e gli atteggiamenti paternalistici non portano da nessuna parte”.
Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, intervistato a L’Aria che tira su La7, commenta l’attuale stato dell’emergenza coronavirus in Italia, l’efficacia delle misure adottate dal governo e le prospettive per il prossimo Natale. Dalle sue parole emerge una posizione cautamente ottimista: la curva dei contagi si sta appiattendo, le misure iniziano a funzionare, ma ora più che mai è necessario perseverare con le misure di contenimento. “Noi in questo momento siamo al culmine della seconda ondata, da circa una settimana – dieci giorni vediamo un appiattimento di positivi, di ricoverati con sintomi e di terapie intensive. Questo ci dimostra di fatto che le misure hanno funzionato, o che hanno funzionato dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione”, dichiara Nino Cartabellotta. Eppure, la sfortunata coincidenza: i primi risultati iniziamo a vederli in un periodo festivo fatto di ricongiungimenti e eventuali spostamenti.
Va meglio, ma il Natale…
C’è un appiattimento ma in un momento delicato, ribadisce Cartabellotta: “Ora c’è una fase di sfavorevole coincidenza: ci sono le esigenze di un Natale che si avvicina, di rincontrarsi e di alimentare i consumi. Proprio l’European Centre for Desease Prevention and Control il 23 novembre ha pubblicato un documento in cui ammonisce gli Stati membri: attenti ad allentare le misure restrittive perché rischiate di avere un nuovo aumento dei casi”. Con un eventuale “allentamento delle misure restrittive”, si rischia di andar incontro a un “nuovo riempimento degli ospedali“. Cosa fare allora? Il presidente della Fondazione Gimbe commenta: “Difficile raggiungere un punto di equilibrio. Perché se da un lato le raccomandazioni del buon padre di famiglia possono essere utili, dall’altra le scene di ieri ci hanno fatto capire che gli italiani hanno bisogno regole e divieti perché le raccomandazioni e gli atteggiamenti paternalistici non portano da nessuna parte”.
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Natale e assembramenti
A fare scalpore, infatti, sono stati gli assembramenti venutisi a creare nel weekend per lo shopping natalizio. Tante le persone riversate lungo le principali vie di negozi delle città, tanti i rimproveri da parte di presidenti di regione, politici e autorità sanitarie. Duri i toni del governatore del Piemonte Alberto Cirio, ad esempio, che avrebbe commentato: “Quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo”. Poi ancora: “Quello che è successo ieri a Torino è qualcosa di inaccettabile“, sottolinea ai microfoni di Radio Veronica One. “Chiederò al prefetto interventi rigorosissimi. So che le forze dell’ordine hanno fatto tanto ma evidentemente non basta. I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta“. Insomma, la linea sembra la stessa del presidente Nino Cartabellotta: laddove le raccomandazioni non bastano, devono scattare ordinanze e Dpcm.
Il Dpcm quasi pronto
Oggi avrà luogo un nuovo tavolo di confronto tra governo e regioni che dovrebbe portare alla firma del nuovo Dpcm di Natale. Continuano, intanto, gli appelli delle regioni, di fronte a una linea che dal fronte governativo sembra rigorista e centralizzata: “Le regioni chiedono un ulteriore confronto che dia trasparenza al processo decisionale che attiene alla divisione in fasce del Paese. Le regioni ribadiscono che occorre semplificare e qualificare il processo decisionale, sapere come vengono interpretati i parametri”, ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Poi sul nuovo Dpcm: “Il principio del divieto di assembramento deve essere il cardine del prossimo Dpcm, anche per un criterio di mera equità rispetto alle varie attività”.
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Effettivamente, stando a quanto emerso fino ad ora sul nuovo Dpcm, tutto lascia pensare a una linea rigorosa per limitare al massimo assembramenti e rischi di contagio: coprifuoco anche a Capodanno, ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre, orario di apertura negozi fino alle 21. Probabilmente dal weekend prima di Natale saranno vietati spostamenti anche tra regioni gialle, con deroghe per raggiungere la residenza o il domicilio.