Si ingrandisce sempre più il caso-concorsone Dsga scolastici, il bando emesso nel 2018 per assumere per assumere 2.004 Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. Stando a quanto riportato dal Giornale, il caso sarebbe arrivato alla procura della Repubblica di Milano.
A riportare le ultime evoluzioni che riguardano il concorso per Dsga scolastici è il Giornale, secondo il quale il caso sarebbe ora arrivato alla procura della Repubblica di Milano. Il caso riguarda un bando uscito nel dicembre 2018, pubblicato dal ministero dell’Istruzione per assumere 2.004 Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, i Dsga appunto. Su un netto di 100mila candidati, sono 6mila coloro che riescono a passare la preselettiva, che consisteva in un test scritto regionalmente e i cui risultati sono stati diffusi solo nel giugno 2020. Giunti i risultati, però, la questione si è complicata non di poco: la percentuale di ammessi varia di troppo di regione in regione. Se gli ammessi del Friuli sono il 34%, in Campania sono l’86%, mentre in Lombardia il 15%. A quel punto, ricorsi, raccolte firme, interrogazioni parlamentari alla ministra Azzolina, il sospetto di tracce comprate. All’interno di questo arco di tempo sono stati attivati i cosiddetti Dsga facenti funzione, assistenti amministrativi già inseriti che sono stati spostati con lo scopo di coprire i posti ancora liberi per le mancate assunzioni degli anni passati. Per loro sono previsti 601 posti riservati in tutta Italia, ma per nel concorso in questione è necessario soddisfare un prerequisito: essere in possesso una laurea. Un prerequisito di cui sono sprovvisti molti dei facenti funzione, integrati anni fa nella pubblica amministrazione grazie a un sistema di selezione differente.
Il caso arriva alla procura di Milano
A questo punto la faccenda è diventata più torbida, proprio una settimana fa, quando un esposto è stato recapitato presso la procura di Milano. A presentarlo è stato un partecipante al concorso, aspirante Dsga. In una precisa ricostruzione il giovane avvocato fa notare: a Milano solo 207 persone su 1.080 dei presenti hanno superato la preselettiva. “Un dato statistico non comprensibile neanche mediante l’applicazione più estrema delle teorie probabilistiche”. Per questo il candidato chiede di “verificare se negli atti e nei comportamenti” dell’iter concorsuale “non vi possano essere ipotesi di reato“. Il sospetto arriva soprattutto ripensando ai Dsga facenti funzione.
I facenti funzione
Al netto dei dati, i posti disponibili e rimasti scoperti a causa della mannaia della preselettiva sono il 45%. Un numero altissimo, che non si capisce perché sia rimasto scoperto. L’ipotesi è che l’idea fosse di riempire quei posti scoperti tramite i facenti funzione: già inseriti nell’amministrazione, più volte hanno rivendicato il diritto di una stabilizzazione. Una stabilizzazione per molti impossibile attraverso il concorso in questione, poiché sprovvisti di laurea. Da lì le richieste di un iter separato, aperto anche ai diplomati, richieste di volta in volta accolte ma mai realizzate: l’ultimo a promettere un provvedimento è stato il ministro Fioramonti, nell’ottobre 2019, ma il Quirinale avrebbe bloccato il tutto.
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Proteste e pressioni
A rivendicare i diritti dei facenti funzione sarebbe stato l’11 ottobre anche il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura a palazzo Madama, che su Orizzontescuola.it affermava: “Azzolina si conferma divisiva, quindi inadatta a fare il ministro dell’Istruzione, anche nella gestione del rapporto tra vincitori del concorso a direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga) della scuola e assistenti amministrativi facenti funzione di Dsga”. E poi ancora: “La ministra mette due diritti – entrambi legittimi – in contrapposizione tra loro. Azzolina, che non ha mai voluto saperne del concorso riservato da noi proposto per non disperdere la preziosa esperienza dei facenti funzione, ha dato invece via libera a un emendamento al decreto Agosto che, contro ogni regola, lascia i facenti funzione a casa ad anno scolastico iniziato”. Insomma, la tensione sale: i facenti funzione manifestano per il mancato concorso ad hoc, e il concorso aperto a tutti lascia quasi la metà dei posti scoperti.
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Dubbi e strane evoluzioni
Nell’esposto del candidato si legge ora: “Viene da chiedersi se il clima venutosi a creare intorno allo svolgimento del concorso ordinario non abbia potuto influenzare, se non addirittura turbare, la serenità dell’operato della commissione giudicatrice”. Inoltre, “ci si chiede se durante i 7 mesi in cui si sono svolte le correzioni delle prove scritte si siano potuti verificare atti idonei a turbare, influenzare o orientare la regolare attività di un corpo amministrativo”. La questione si schiarisce anche in virtù delle ultime evoluzioni, delle ultime manovre per coprire gli oltre 2.301 posti rimasti vacanti in tutta Italia a settembre: la ministra Azzolina ha sottoscritto un’intesa con i sindacati che prevedeva l’uso di personale interno (i facenti funzione) oppure “personale non in possesso nell’immediato di tutte le competenze richieste”. Ora spetterà alla procura rimettere ordine in questo groviglio di errori, più o meno programmati.