Era già stato affermato prima della scorsa estate che il caldo avrebbe potuto far diminuire la circolazione dei virus e i conseguenti contagi. Oggi con lo studio reso noto dall’Iss (Istituto Superiore della Sanità) ne abbiamo la conferma.
Sembra proprio che la capacità del Sars-Cov-2 di infettare sia sensibile all’aumento della temperatura ambientale: diminuisce col caldo e aumenta col freddo. Questo è quanto ha potuto osservare, confermando delle ipotesi già da molti avanzate, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Microbiologi and Infection dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases.
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Alcuni indizi avevano già suggerito la scorsa primavera che il caldo avrebbe giocato al nostro fianco. Peccato questa non sia la stagione ideale. I contagi virali sono più efficienti con il freddo e il clima secco. Anche l’epidemia di Sars, nel 2003, si arrestò con la bella stagione. L’organismo con il caldo si difende meglio dalle infezioni delle vie aeree. «Con il caldo diminuiscono i casi di influenza che danno sintomi simili al coronavirus e confondono le diagnosi», aveva fatto notare Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
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Nessuno di questi fattori da solo può arrestare un virus nuovo, che trova il sistema immunitario privo di protezione. Ma ogni aiuto, in questa fase, è ben accetto. Per il resto, sembra proprio che il vaccino sia alle porte e la speranza è quella di poter superare questa fase critica il prima possibile.