Il premier, in un confronto con il Corriere della Sera, ha parlato anche dei fondi in arrivo dall’Europa. “Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo”, dice Conte.
Giuseppe Conte fa capire che è ancora presto per parlare di un rimpasto in seno al Governo. Il presidente del Consiglio ha tenuto un lungo colloquio con i colleghi del Corriere della Sera, durante il quale sono stati toccati tanti temi. Dalla politica interna, che è stata proprio il tema principale a proposito del rimpasto, alla gestione economica del Paese. In primis per quel che riguarda l’ottenimento dei fondi europei, come quel Recovery Fund che ancora tarda ad arrivare. Ma Conte non perde la speranza, in vista di un 2021 che dovrà dire tante cose in tal senso.
In primis il premier ha toccato il tema del rimpasto, tornato improvvisamente di moda tra i corridoi di Montecitorio. Ma almeno per il momento, il capo del Governo non vuole pensare a situazioni di questo tipo: “Stiamo lavorando per impedire che il destino del Paese sia appeso alle sorti dei singoli – ha detto il numero uno di Palazzo Chigi – . Non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti“. Il confronto con le forze politiche è continuo, in primis con il numero uno del Pd Nicola Zingaretti: “Lo sento tutti i giorni e non è vero che non sia d’accordo sulla cabina di regia a tre“, ha detto Conte.
Il premier ha parlato di “perfetta coincidenza” con il leader del Partito Democratico. Ma una delle priorità a proposito di politica interna sembra essere la composizione di sei gruppi di esperti. In tal senso Conte ha fatto capire che l’obiettivo da raggiungere è il coinvolgimento del “meglio del Paese, individuando 50 nomi per ognuno dei sei team“. Ma c’è da fare una precisazione importante: “Non lo facciamo per assegnare centinaia di incarichi, ma per selezionare esperti in grado di seguire passo dopo passo la realizzazione dei lavori“. Al vertice di questa equipe ci sarà il ministro degli affari europei, Enzo Amendola. Sarà il referente dei progetti a Bruxelles.
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Conte e gli aiuti dall’Europa
Non si poteva non toccare l’argomento relativo ai fondi in arrivo dall’Unione Europea. In primis il Recovery Fund, ovvero una somma di denaro gigantesca – 209 miliardi di euro, buona parte dei quali a fondo perduto – che all’Italia servono come l’aria. “Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo“, ha fatto capire Conte. Il premier confida di riuscire a dare la svolta e svela che “con l’Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza“.
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La promessa che il capo del Governo si sente di fare, riguarda un rapporto periodo che riferirà “non solo al Consiglio dei ministri ma anche al Parlamento“. L’intenzione del premier è quella di coinvolgere Montecitorio in tutte le sue componenti attive. E spiega anche il modo: “Ci sarà un grande confronto pubblico e coinvolgeremo tutto il Parlamento. Stiamo anche pensando a un comitato di garanzia, che sovrintenda all’attuazione dei progetti e verifichi che le cose stiano andando bene“. Conte chiude sul Mes, sul quale non cambia idea: “Non ci serve, l’Italia non ne ha bisogno“.