Villa Fiorito è il quartiere di Buenos Aires dove è nato e cresciuto Diego Armando Maradona. Le cose non sono cambiate rispetto a mezzo secolo fa. Ora comandano i clan locali, lo spaccio di droga è all’ordine del giorno.
60 anni fa vedeva la luce Diego Armando Maradona. Il luogo in cui avvenne questo autentico miracolo dello sport, là dove mosse i suoi primi passi il calciatore mai visto al mondo, è Villa Fiorito. Quartiere più che povero di Buenos Aires, dove la folta chioma riccioluta di quello che sarebbe diventato il Pibe de Oro iniziò a campeggiare tra la polvere e i sassi con cui si costruivano campi da calcio artigianali. Qui ebbe origine il mito de Las Cebollitas, la squadra fenomenale di ragazzini che vinceva tutte le partite e in cui Diego faceva ovviamente la differenza.
È passato più di mezzo secolo da quando Diego Armando Maradona iniziava a spopolare. Villa Fiorito iniziava a diventare troppo stretta per lui, così accettò le avances dell’Argentinos Juniors, la sua prima vera squadra di calcio prima del volo verso l’Olimpo dello sport. Ma come è cambiata Villa Fiorito, nei giorni in cui tutto il mondo piange la scomparsa del suo figlio più noto? Se c’è qualcosa che non è cambiato da allora, è lo stato di assoluta povertà e di abbandono al quale si è ormai arresa la gente del quartiere. E se possibile, le cose sono addirittura peggiorate.
Una cosa che è nettamente peggiorata è però la vita quotidiana di Villa Fiorito, un quartiere in cui sono la droga e la malavita organizzata a farla da padroni. E quando le troupe dei giornalisti provano ad avvicinarsi per immortalare i luoghi in cui Diego Armando Maradona è nato e cresciuto, non mancano i problemi. Anche se i poliziotti presenti sul posto provano a ‘rassicurare’ i giornalisti presenti: “Oggi Villa Fiorito è il centro del mondo, ci siamo noi e vi lasciano stare. Ma se tornate fra due mesi, prima dovete chiedere il permesso ai clan”.
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Ma la cosa che balza all’occhio è il fatto che Villa Fiorito non abbia tributato nessun saluto al suo figlio più famoso. Il motivo è presto detto e lo svelano i suoi abitanti: Diego Armando Maradona non ha mai fatto nulla per il suo quartiere di origine. Nessuna campagna, magari facendo leva sulla sua fama e sul suo essere un opinion leader. Nessun gesto concreto, che sia esso con la costruzione di edifici o donazioni in denaro. Dunque la Villa non si sente in obbligo di salutare con dolore e disperazione una persona che non ha restituito ciò che aveva ricevuto.
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Ma il sindaco di Villa Fiorito prova a difendere Maradona, forse spinto più dal dolore per la sua morte che per la realtà dei fatti. “Non è vero che Diego s’era dimenticato di noi”, ha dichiarato prima di svelare tutto ciò che Diego aveva donato alla comunità. “Quest’estate ha mandato Giannina, la figlia, a consegnarci 1.300 chili di cibo, duemila mascherine, 500 litri d’alcol in gel, 200 kit per sanificare le case, guanti, attrezzature sportive”. E racconta che Maradona non era potuto venire di persona perchè stava già male ed era in isolamento, ma ha comunque mandato un caloroso saluto.
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