Matteo Salvini, in una intervista, sottolinea l’importanza di un centrodestra unito: ma sul decreto sicurezza una parte del M5S è con lui.
Un centrodestra unito è certamente più forte: ed il fatto di governare la maggioranza delle regioni d’Italia lo renderà decisivo. A partire dalle elezioni del presidente della Repubblica. “Il tentativo del Pd è chiaro da mesi. Vuole scegliersi un pezzo dell’opposizione con cui lavorare. Ma il centrodestra non è a disposizione di nessuno, siamo maggioranza nel paese e governiamo 14 Regioni su 20″: così in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ il leader della Lega Matteo Salvini spiega perchè è così deciso nel chiedere con forza che l’attuale opposizione sia unita. E sono i risultati politici a dargli ragione: come per esempio quanto ottenuto sullo scostamento di bilancio: “Sono contento perché bado alla sostanza. Se il centrodestra fosse andato in ordine sparso non avrebbe incassato alcun successo”. Il messaggio che rivolgeal Pd è quindi chiaro: “Mettetevi l’anima in pace sull’elezione del presidente della Repubblica. Il centrodestra con le sue Regioni rappresenta il 46% dei voti, siamo assolutamente decisivi“. La notte prima del voto, il leader della Lega ha vissuto momenti di attività febbrile: “Ho dormito pochissimo. Sarò stato al telefono con Berlusconi e Meloni circa una ventina di volte. Sono state energie ben spese: abbiamo non dico costretto, ma almeno convinto il governo a mettere nero su bianco che le risorse finiscono alle partite Iva e all’economia e non ai monopattini. L’unità del centrodestra si deve dimostrare ogni giorno. Anche oggi, sui temi della sicurezza nazionale: sono sicuro che i 250 parlamentari del centrodestra lavoreranno insieme”. Primo passo concreto della federazione delle destre? Salvini ci spera: “I gruppi parlamentari, pensi cosa sarebbe avere un gruppone di 250 deputati e 150 senatori. Un gruppo unico sarebbe una bella risposta anche a Pd e 5 Stelle e ai loro tentativi di dividerci”. Unire tutta l’opposizione vorrebbe dire avere più capacità di raggiungere risultati politici: cosa che ieri non è del tutto avvenuto, almeno per la Lega: “Su alcuni dei temi che abbiamo portato noi, ci è stato detto che era impossibile inserirli in questo scostamento, ma ne parleremo seriamente in sede di manovra. Vedremo se il dialogo del governo dura solo una notte”.
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C’è però una novità, che potrebbe clamorosamente allargare il campo del sostegno all’opposizione. Arriva sul decreto sicurezza, dove la Lega ha trovato (o ritrovato) degli alleati, forse inattesi: si tratta di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle che sono d’accordo con Matteo Salvini – in particolare – nel non voler togliere il sequestro delle navi delle Ong. La scelta di mettere la fiducia sulla votazione da parte del governo ha infatti una duplice funzione: da un lato non permette all’opposizione una nuova valanga di emendamenti di natura ostruzionistica, ma soprattutto mira a neutralizzare i dissensi dell’ala più di destra dei 5Stelle. Già in commissione Affari Costituzionali era comparsa la “fronda” grillina: un gruppo di dissidenti del Movimento 5 Stelle si era opposto proprio allo stop al sequestro delle imbarcazioni delle Ong per il salvataggio dei migranti in mare. Furono battuti al voto, ma ora sembrano intenzionati a ripresentarsi in aula.
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