Neonata portata subito in stanza dalla madre positiva al Covid. Il Gemelli rassicura: “Sicurezza garantita”

Neonata portata subito in stanza dalla madre positiva al Covid. Il Gemelli rassicura: “Sicurezza garantita”. Ecco come

Madre positiva in stanza con la figlia-Meteoweek.com

Elisa è nata il 20 novembre alle ore 12:46 al Policlinico Gemelli di Roma, e l’hanno subito portata in stanza con la madre Chiara. C’è però una piccola particolarità in tutto questo, ossia che Chiara è positiva al Covid e per la prima volta in assoluto dall’inizio della pandemia, nonché per la prima volta anche in un ospedale romano, è concessa l’opportunità di far stare una madre positiva con la figlia subito dopo il parto.

Fino ad oggi“, racconta Giovanni Vento, direttore Uoc di Neonatologia, “per la situazione logistica ed epidemiologica dell’ospedale e per la mancanza di evidenze scientifiche certe (nessuno conosceva il comportamento e le conseguenze di questo nuovo virus all’inizio della pandemia), il neonato veniva temporaneamente separato da una madre positiva, fino alla dimissione, in attesa dell’esecuzione dei tamponi. Grazie invece allo straordinario lavoro di un gruppo multidisciplinare costituito da ostetrici, ostetriche e anestesisti, neonatologi e pediatri, infettivologi e direzione sanitaria, abbiamo costruito un percorso dedicato, che consente alle mamme positive di stare da subito insieme ai loro neonati, sempre garantendo però la massima sicurezza ai piccoli, posti in incubatrice o in un lettino coperto e collegati alla telemetria per il monitoraggio della saturazione arteriosa di ossigeno, della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria”.

Leggi anche:—>Roma, con i cimiteri in tilt e lo stop alle cremazioni, salasso funerali

Leggi anche:—>È morta di Covid Anna Puliafito, la donna che attese 17 ore per un ricovero in rianimazione

Clicca qui e poi premi la stellina (Segui) per ricevere tantissime novità gratis da MeteoWeek

Questa esperienza del rooming-in Covid“, sostiene Antonio Lanzone, direttore Uoc Ostetricia e Patologia ostetrica della Fondazione, “sana una situazione umanamente difficile per le gestanti, poi puerpere, che passano molto tempo in solitudine. Un disagio che viene accentuato dal distacco traumatico del figlio dal loro corpo e dal loro essere, che può avere anche conseguenze psicologiche a medio termine. Ma adesso, grazie a uno sforzo organizzativo veramente importante e a un ripensamento delle tecnologie e degli spazi, siamo potuti arrivare a fornire un vero rooming-in in tutto e per tutto simile a quello che pratichiamo per le mamme non Covid. E questo ci riempie di soddisfazione”. Ora Chiara ed Elisa sono a casa e la piccola sarà visitata in ambulatorio prossimamente.

Gestione cookie