Quasi tutte le regioni rientrano nello scenario 1 o 2, ovvero i più tenui sul piano della pressione del Covid. Per questo motivo oggi il Governo terrà l’ultima riunione prima di prendere le decisioni in vista del nuovo Dpcm.
Quella odierna sarà una giornata fondamentale per scoprire come andranno le cose in Italia, durante il mese di dicembre. Si terrà oggi, infatti, la riunione tra gli esponenti del Governo e dell’Istituto superiore di sanità. Sarà in particolare il ministro della Salute Roberto Speranza a prendere la parola, sulla base di quelli che saranno i nuovi dati emersi dal monitoraggio settimanale. In particolare, si terrà conto del tanto discusso indice Rt, che si avvicina a scendere per la prima volta dopo diverse settimane sotto quota 1. Un calo “dovuto al senso di responsabilità della stragrande maggioranza degli italiani“, come ha dichiarato il premier Conte.
Nella giornata di ieri si è registrato un parziale aumento del numero di nuovi casi totali. Fermo restando che aumenta in maniera esponenziale il numero di persone guarite dal Covid o comunque dimesse dagli ospedali, come testimonia anche il “segno meno” alla voce ricoveri. Motivo per cui, al di là dell’aumento dei decessi che risulta fisiologico, il Governo sta valutando la possibilità di ammorbidire le misure stabilite a fine ottobre. E anche sul piano delle regioni qualcosa cambierà, soprattutto in merito alla classificazione sulle tanto discusse tre fasce cromatiche.
Quasi tutte le regioni, infatti, rientrano nel primo e nel secondo scenario, ovvero quelli che prevedono provvedimenti più tenui. Sono tutte sotto quota 1.25 dell’indice Rt, in particolare vediamo Lazio e Piemonte che sono ben al di sotto di quota 1. Così, nella riunione in programma oggi tra gli esponenti del Governo e dell’Istituto Superiore di Sanità potranno venire fuori delle decisioni importanti. Queste riguarderanno in particolare alcune regioni attualmente in zona rossa, come Piemonte e Lombardia. Ma rientreranno quasi certamente nel nuovo provvedimento alcune regioni in arancione, come Puglia e Sicilia.
E non sono mancate le polemiche a distanza, visto che l’intenzione del Governo era quella di mantenere l’attuale disposizione fino al 3 dicembre, ovvero la scadenza naturale dell’attuale Dpcm. In primis è stato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a manifestare malcontento a causa del netto miglioramento delle condizioni nel suo territorio. Per poi affermare, dopo un confronto con Speranza, che “entrambi condividiamo che, secondo il modello predisposto dal governo, la Lombardia abbia tutti i requisiti per passare da quella rossa a quella arancione. Ci siamo lasciati con l’impegno di riaggiornarci molto presto“.
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Dunque l’attesa è tutta per il pomeriggio di oggi, in cui ci sarà il tanto atteso incontro a Palazzo Chigi. Il ministro Speranza confronterà i dati della scorsa settimana con quelli che verranno fuori oggi dal consueto monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità. Si prevedono netti miglioramenti più o meno in tutte le regioni, dove si registra una minore pressione negli ospedali e soprattutto un drastico calo della curva dei contagi, in particolare tra i nuovi infetti. Motivo per cui già dalla giornata di domenica potrebbero essere effettivi i nuovi provvedimenti.
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Ma mentre le regioni stanno per celebrare una riduzione delle restrizioni in atto, sul piano scolastico non dovrebbe cambiare più di tanto. Anche perchè gli stessi presidenti di regione appaiono decisamente contrari alla riapertura prima della celebrazione delle festività di Natale e fine anno. La richiesta da parte del ministro Lucia Azzolina, dunque, potrebbe cadere in un nulla di fatto. Anche perchè appare una decisione di buon senso, oltre che nel rispetto della salute e della sicurezza di alunni e docenti, attendere l’inizio del 2021 prima della riapertura dei licei.
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