Papà Fulvio e mamma Maura hanno parlato in pubblico per la prima volta dopo l’uccisione della figlia. E hanno parlato dell’associazione La Passione di Yara, che finanzia diversi progetti in cui lo sport prevale su tutto.
Sono passati dieci anni dalla tragica scomparsa di Yara Gambirasio. La ragazza, che all’epoca dei fatti aveva solamente 13 anni, venne uccisa quando era appena uscita dalla palestra di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, in cui si allenava e giocava. Dopo una lunga indagine e un processo non povero di colpi di scena, a essere condannato per il suo assassinio fu Massimo Bossetti. Il muratore di Mapello, paese a pochi chilometri dal luogo dell’omicidio, ricevette la pena dell’ergastolo per aver ucciso Yara, tre mesi dopo la sua scomparsa.
In questo giorno in cui si ricorda il primo dei dolorosi avvenimenti che hanno riguardato Yara, hanno ripreso la parola Fulvio e Maura Gambirasio. Il papà e la mamma della 13enne uccisa a Brembate di Sopra si sono messi in contatto con la redazione del Corriere della Sera. Nel corso della conversazione, avvenuta attraverso Zoom alla presenza anche dei componenti della neonata associazione sportiva La Passione di Yara, i genitori della ragazza uccisa hanno lanciato un appello.
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“Vogliamo che la nostra Yara ricordata per quello che era e sarebbe stata sempre capace di dare agli altri, per la sua passione, le sue abilità, non per ciò che le è successo“. Questo è il breve messaggio che papà Fulvio e mamma Maura hanno voluto lanciare, per pensare alla figura della loro povera figlia deceduta dieci anni fa. E lo hanno fatto in quella che è stata la loro prima uscita pubblica dopo la scomparsa e la conseguente morte di Yara. “Era una ragazza piena di passioni: la ginnastica ritmica, le amicizie, lo studio. Da lì è nata l’idea di creare un progetto per stimolarle nei giovani con la semplicità e l’impegno che ritrovavamo in nostra figlia“.
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E a proposito dell’associazione nata dopo la morte di Yara Gambirasio, papà Fulvio ha raccontato le sue idee: “È nata in modo originale. Un gruppo di genitori i cui figli erano compagni di classe di Yara si confrontavano con suor Carla Ravelli. Ci hanno interpellato perché avevano capito il messaggio che volevamo mandare: non esasperare un fatto drammatico, ma trasformarlo in qualcosa di positivo e creativo per gli altri“. L’associazione La Passione di Yara è riuscita a erogare circa 100mila euro in favore di 85 progetti. Tutto in memoria di una ragazza brutalmente uccisa.
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