Per il caso dei vigili scoperti a fare sesso in auto durante un pattugliamento, la Procura di Roma sta valutando l’ipotesi di intercettazione abusiva e del reato di revenge porn ai danni della donna.
Nuovi sviluppi nel caso riguardante i due vigili del XV gruppo della polizia municipale romana, scoperti ad avere un rapporto sessuale nella volante mentre erano di servizio. Come si apprende dalle fonti, pare che la pista d’indagine si sia spostata verso intercettazione abusiva e revenge porn. Questo poiché, in effetti, sarebbe emerso nel corso dei vari accertamenti che a registrare l’incontro intimo in diretta sarebbe stata una cimice posizionata appositamente nella vettura.
La Procura di Roma aveva inoltre aperto già in precedenza un fascicolo sul quel plico recapitato a giugno al comando generale dei vigili urbani. All’interno vi erano due chiavette Usb, contenenti la registrazione ambientale di un rapporto sessuale, e una lettera anonima, nella quale si accusava i due agenti di aver fatto sesso in auto durante un turno di controllo nei pressi di un campo rom di Tor di Quinto.
Sebbene all’inizio era stato supposto che tali registrazioni fossero state intercettate dalla centrale, a causa della radio della volante lasciata accesa, oggi viene confermato che si tratta di audio ottenuti per via illegale.
Non vi sarebbe alcuna prova, al momento, che gli audio siano stati registrati mentre i due erano di servizio. A specificare il contesto delle registrazioni, infatti, è stata soltanto la lettera anonima recapitata nel plico l’estate scorsa. Anche se l’informativa è comunque arrivata al pm Paolo Ielo, i vigili dovranno essere ascoltati così da poter evenvutalmente stabilire se il rapporto sessuale sia davvero avvenuto durante il pattugliamento. Al momento non ci sarebbero gli elementi e gli estremi sufficienti per tale sentenza, ma i due agenti rischiano l’interruzione di pubblico servizio.
In un clima già movimentato da quanto successo alla maestra d’asilo di Torino, nel frattempo la Procura valuta anche l’ipotesi di intercettazione abusiva – che sarebbe parte di una mossa atta a colpire e a danneggiare la vigilessa coinvolta nel caso. Si potrebbe dunque figurare, in questo caso, una forma di revenge porn, reato che prevede fino a sei anni di carcere.
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Come spiegato dalle fonti, non a caso, la donna aveva già denunciato nel 2016 un suo superiore, finito (e tuttora) a processo per violenza sessuale aggravata. Inoltre, appena qualche mese fa, la donna aveva segnalato al suo comandante di aver ricevuto delle attenzioni moleste da parte di un suo collega di lavoro.
Ai due vigili coinvolti nella vicenda è comunque stato già recapitato l’avviso dell’apertura di un procedimento disciplinare. Entrambi trasferiti, l’accusa che pende sulla loro testa è quella di aver leso l’immagine del Corpo. Questione sulla quale anche la sindaca Virginia Raggi si è spressa. “Episodi che dipingono un quadro inquietante di possibile corruzione nella Municipale. Le colpe di alcune mele marce non devono però cadere sulle spalle di chi lavora ogni giorno onestamente”, ha spiegato lunedì scorso in un intervento per Report.
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