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Politica

La maggioranza trema: l’ipotesi rimpasto di governo è sempre più vicina

Le indiscrezioni sulla possibilità di un allargamento della maggioranza con Forza Italia hanno fatto nascere ipotesi sul rimpasto di governo.

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio. Credit: Giuseppe Conte Facebook

Più l’emergenza sanitaria sembra avvicinarsi a una fine, più aumentano le tensioni all’interno della maggioranza. D’altronde, facendo un passo indietro, non è difficile ricordare che l’alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 stelle sia nata solo per evitare l’ascesa sovranista al governo. Insediatosi all’inizio di settembre, l’esecutivo giallorosso si è poi ritrovato ad affrontare la pandemia da Covid-19. La crisi non ha lasciato spazio ai litigi interni, i partiti hanno deposto l’ascia di guerra per dedicarsi a risolvere il caos provocato dalla diffusione del coronavirus. Ma ora le dinamiche stanno cambiando.

L’ipotesi di un nuovo Patto del Nazareno

Basti pensare all’ipotesi di un allargamento di maggioranza con Forza Italia, una sorta di nuovo Patto del Nazareno, vociferata circa due settimane fa. La possibilità è stata poi smentita dallo stesso leader del partito, Silvio Berlusconi, ma per qualche giorno ha fatto tremare il governo. Anche perché l’entrata dei forzisti all’interno dell’esecutivo non potrebbe andare giù ai pentastellati. Così come non sarebbe ben accetta da una parte del Partito democratico. L’unico ad aver dimostrato un particolare entusiasmo era stato Matteo Renzi, segretario e fondatore di Italia viva, che alle alleanze con il Cavaliere è abituato.

Le critiche del Partito democratico

Un primo indizio del malcontento che circola tra i corridoi di Palazzo Chigi è l’attacco sferrato dal Pd al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I dem hanno criticato la “telenovela” per nominare il Commissario della Salute della Calabria. Prima Saverio Cotticelli che ha ammesso – in onda su Titolo Quinto – di non sapere che fosse proprio lui a dover realizzare il piano anti Covid della Regione. Poi il negazionista Giuseppe Zuccatelli, secondo cui le mascherine sarebbero inutili e per essere contagiati dal Covid bisognerebbe baciare in bocca un soggetto positivo per 15 minuti. Infine Eugenio Gaudio, ex rettore dell’università di Roma La Sapienza, che ha dovuto rinunciare all’incarico perché sua moglie non aveva intenzione di trasferirsi a Catanzaro.

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. Credit: Facebook

Rimpasto sì, ma senza responsabilità

L’impressione, all’interno dell’esecutivo, è che tutti vogliano una serie di cambi di poltrone. Dal Pd a Italia Viva, passando per il Movimento 5 Stelle: l’idea è quella di promuovere un rimpasto a stretto giro per sostituire i ministri “deboli”. Ma nessuno vuole assumersi la responsabilità di farlo, anche perché l’accusa di “inciucio” da parte dei cittadini è sempre dietro l’angolo. Quindi si profila un’altra possibilità: incappare in un incidente parlamentare che renda inevitabile il rimpasto. Nel frattempo la figura che appare come la più outsider nell’esecutivo, cioè Renzi, continua a considerarsi l’ago della bilancia della maggioranza. Da un momento all’altro potrebbe far valere i suoi voti mettendo a repentaglio la stabilità del premier.

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Il nodo del Mes

D’altronde non bisogna dimenticare che c’è un nodo che la maggioranza non riesce a sciogliere. È quello sul Mes, il Meccanismo di stabilità europeo. Da una parte Partito democratico e Italia viva credono che, nella situazione in cui l’Italia si trova attualmente, l’entrata di 36 miliardi nelle casse dello Stato a condizionalità irrisorie sia un’occasione da cogliere al volo. Dall’altra parte, tuttavia, restano categoricamente contrari gli esponenti del Movimento 5 stelle, che considerano l’indebitamento con l’Europa non necessario.

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Le parole di Bettini

L’ipotesi rimpasto l’ha recentemente sollevata anche Goffredo Bettini, “burattinaio” del Pd. Ospite durante la trasmissione Stasera Italia, su Rete 4, ha detto: “Dopo la legge di bilancio perché non chiamare i rappresentanti più significativi delle forze politiche: questo non indebolisce Conte ma lo rafforza. Non sono contrario ad un riassetto del governo, lo ritengo utile per la Repubblica, per la democrazia italiana”.

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