La banda rubava i pin e prelevava i soldi dai conti correnti delle vittime - meteoweek.com
Una banda di malviventi a Bologna, con un modus operandi infallibile, è riuscita ad accedere ai conti correnti di diverse persone e rubare 500 mila euro. Tra le vittime della truffa del bancomat anche un musicista dello Stato Sociale ed un sacerdote.
A Bologna una banda di truffatori è riuscita a rubare un totale di 500 mila euro dai conti correnti di decine e decine di vittime. Il modus operandi era sempre il medesimo, infallibile. Rubavano le buste di una banca con le carte di credito da spedire ai clienti. Successivamente rintracciavano coloro a cui sarebbero dovuti arrivare i mezzi di pagamento, dicevano loro che c’erano stati alcuni problemi nell’invio e per telefono gli chiedevano di digitare sullo schermo il pin che avevano ricevuto per sms dagli istituti di credito. In questo modo ne entravano in possesso. Da quel momento, dopo avere attivato il bancomat, iniziavano a prelevare il denaro dai conti correnti, finché la vittima non se ne accorgeva.
Per anni, in questo modo, i componenti della banda hanno vissuto una vita agiata senza mai essere scoperti. Nel momento in cui le vittime si accorgevano della truffa, infatti, ormai erano già state prelevate grosse somme. Quando i conti correnti venivano bloccati, inoltre, la banda trovava nuovi malcapitati. Le modalità con cui rubavano le buste con le carte di credito dai compartimenti postali di Bologna, Padova e Peschiera Borromeo, in provincia di Milano, sono ancora ignote. Quel che è certo è che hanno ottenuto somme importanti.
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In totale, tra marzo 2019 e aprile 2020, sarebbero state almeno un centinaio le vittime della banda. Tra queste ultime ci sono anche uno dei musicisti del noto gruppo musicale lo Stato Sociale ed un sacerdote di una parrocchia in provincia di Bologna. I malviventi, tuttavia, non operavano soltanto in Emilia Romagna. Alcuni casi, infatti, sono stati registrati anche in Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio. Nelle zone più lontane, per attivare il bancomat, i truffatori contavano sull’aiuto di un “corriere di provincia”. L’operazione, infatti, non poteva essere effettuata a distanza.
L’indagine delle forze dell’ordine della Compagnia Bologna Centro e della Stazione Bologna San Ruffillo, coordinate dal sostituto procuratore Manuela Cavallo, sono iniziate ad aprile dello scorso anno, a seguito della denuncia di un anziano. L’uomo era stato derubato di 6.500 euro.
Soltanto adesso, tuttavia, le autorità sono riusciti a individuare tutti i componenti della banda. A capo di quest’ultima c’erano Alberto Arena, 54 anni, e il suo braccio destro nonché cognato Nicola Abate, 39 anni, che percepiva il reddito di cittadinanza. I complici, invece, erano Vincenzo Ferrigno, 51 anni, Eugenio Buompane, 38 anni, e Carlo Gabriele Natale, 55 anni. Una donna di cui non si conoscono le generalità, inoltre, aveva il ruolo di “centralinista”. Ella si occupava di chiamava i malcapitati fingendosi una dipendente dell’istituto di credito per farsi rivelare il pin del bancomat. Tutti i malviventi sono di origini campane.
I Carabinieri, su disposizione del gip del Tribunale di Bologna, Rossana Oggioni, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere. L’accusa nei confronti di tutti i componenti della banda è di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, alla truffa, al possesso e alla fabbricazione di documenti di identificazione falsi, nonché a misure patrimoniali come conseguenza dei reati di riciclaggio e indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento.
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