Ancora misteri sulla Strage di Erba, Azouz Marzouk chiede giustizia in tribunale: “Olindo e Rosa innocenti, riaprire il caso per trovare assassini”.
“Olindo e Rosa sono innocenti e gli assassini sono ancora liberi”: è questo quanto dichiarato da Azouz Marzouk, ex marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, due delle quattro vittime della nota strage di Erba. Marzouk ha chiesto di riaprire il caso e lo chiesto sul tavolo degli imputati a Milano con l’accusa di calunnia proprio nei confronti dei coniugi Romano, condannati all’ergastolo in via definitiva per la strage dell’11 dicembre 2016 in cui morirono sotto i colpi di spranghe e coltelli la moglie Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini. Oggi Marzouk, tramite i suoi legali, invita la procura a riesaminare il caso. Nonostante egli non può avanzare istanza di revisione, il suo è un appello a fare giustizia sulla strage.
“Nel processo contro Rosa e Olindo è stato messo un virus, da chi non so e non solo per quale motivo, per quali interessi ma so che poteva andare tutto diversamente. Io voglio solo che sia fatta giustizia e per questo sono pronto anche a farmi condannare ancora”: dice l’uomo di origine tunisina che da tempo è tornato a vivere in Italia ed è padre di tre figlie. Per circa due ore Azouz Marzouk ha risposto alle domande. In particolare l’uomo, oggi imputato, pone l’accento su alcune questioni, a partire dal racconto dell’unico testimone oculare Mario Frigerio (deceduto nel 2014), alle tracce ematiche trovate nella corte di via Diaz a Erba, fino “alle contraddizioni nei verbali dei Castagna”. “Non è compito mio dare la colpa, per me loro sono delle vittime e non ho mai detto che sono stati loro. Gli assassini sono liberi e io sto facendo questo per la mia famiglia. Non ho letto le sentenze, ma ho letto gli atti e visto tante cose. Spero che ci ascoltino, ammettano le nostre richieste e ci consentano di riaprire il caso”: ha poi aggiunto Marzouk.
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Ad oggi, i giudici si sono riservati sulla richieste della difesa in quanto la decisione è attesa nella prossima udienza che si terrà il 9 dicembre, ma Marzouk insiste affinché la procura generale ascolti la sua istanza di ammissione di nuove prove e in particolare una perizia sull’attendibilità di testimoniare di Frigerio. Secondo Marzouk tutto ciò potrebbe portare a un’eventuale revisione del processo in un secondo momento. Tutto ciò è costato a Marzouk il processo odierno per calunnia e il conseguente rischio di condanna, nonché una nuova espulsione dall’Italia per aver sostenuto che Rosa e Olindo sarebbero stati indotti a confessare. Anche i Castagna lo hanno querelato per diffamazione per le ombre gettate su di loro nonostante 27 giudici, e tre gradi di giudizio, abbiano dato un’identità agli autori della strage di Erba. Nel settembre 2019 la procura generale ha già respinto la richiesta di Marzouk di attivare la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo sulla base di nuovi elementi raccolti. L’istanza è stata dichiarata inammissibile dall’avvocato generale, Nunzia Gatto, anche perché in qualità di persona offesa non ha alcun titolo per richiedere la revisione. Solo una settimana fa, invece, la Corte di Cassazione ha respinto definitivamente il ricorso presentato dai legali di Olindo e Rosa con cui si chiedeva l’analisi dei reperti trovati sul luogo della strage: campioni biologici, un vecchio cellulare e l’accesso ai server per analizzare le registrazioni delle intercettazioni ambientali.