Accusa un forte mal di pancia il giorno del suo compleanno, ma quando viene portata in ospedale scopre di essere positiva al Covid-19: non c’è stato nulla da fare per la 14enen Honestie Hodges, finita in terapia intensiva.
Si è spenta a soli 14 anni Honestie Hodges, la giovane afroamericana che negli Stati Uniti era finita sotto i riflettori dei media a causa di un incidente con la polizia. La ragazza a quei tempi aveva solo 11 anni, ed era stata ammanettata ingiustamente da alcuni agenti che erano sulle tracce di una donna di colore protagonista di un cirmine. Honestie se n’è andata domenica scorsa a causa del Covid-19, dopo aver passato diversi giorni nell’ospedale pediatrico di Grand Rapids (in Michigan), in terapia intensiva. A darne la triste notizia è stata sua nonna.
A rilasciare inizialmente la notizia è stata la nonna della ragazza, la signora Niemeyer, attraverso un aggiornamento della pagina su GoFundMe. Come riportato dall’anziana, infatti, era stata aperta una raccolta fondi per aiutare la mamma di Honestie, che per prendersi cura della figlia e dei suoi altri quattro figli aveva smesso, in un periodo già così difficile, di andare a lavoro. “È con il cuore infranto che vi comunico che la mia bella, vivace, intelligente e amorevole nipote se n’è andata a casa con Gesù“, recita il triste messsggio.
Come spiegato dal New York Times, la 14enne aveva lamentato forti dolori allo stomaco il giorno del suo compleanno, il 9 novembre. Per questo motivo era stata portata in ospedale, ed è stato in questa occasione che i medici hanno scoperto la sua positività al Covid-19. Dopo averla mandata a casa proprio per questo motivo, la ragazzina era stata nuovamente portata al pronto soccorso in ambulanza, a causa di un improvviso peggioramento delle sue condizioni.
Un quadro clinico preoccupante, quello della giovane, tanto che al suo secondo arrivo in ospedale i medici l’hanno trasferita immediatamente nel reparto di terapia intensiva. Nonostante le trasfusioni di sangue, le sue condizioni sono continuate a peggiorare, fino a che il 14 novembre non è stato necessario addirittura metterla sotto ventilazione. Honestie è infine morta una settimana dopo, senza che nessuno abbia potuto far niente per salvare la vita.
Sua nonna, contattata dai media locali, ha raccontato che dopo il suo arresto nel 2017 si era impegnata per migliorare la vita dei giovani afroamericani, iscrivendosi al NAACP Youth Council – il ramo giovanile della National Association for the Advancement of Colored People.
La giovane Honestie Hodges era stata ammanettata dalla polizia fuori da casa sua a Grand Rapids, nel Michigan, quando aveva solo 11 anni. Un clamoroso caso, questo, che aveva suscitato indignazione e titoli da prima pagina in quel 2017.
L’incidente era avvenuto il 6 dicembre, quando la giovane era uscita insieme a sua madre e a un altro membro della famiglia per dirigersi verso un negozio. Trovata in strada durante un’operazione di polizia, gli agenti l’hanno fermata puntandole le pistole addosso, ritenendola una possibile criminale per via del colore della sua pelle. In quel momento, infatti, gli uomini erano alla ricerca di una donna afroamericana coinvolta in un accoltellamento avvenuto poco prima nella zona.
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Il fatto venne immortalato dalle telecamere che agenti portavano sul petto. Durante l’arresto è possibile sentire la madre della ragazzina, gridare: “Signore, ha soltanto 11 anni!“. Uno degli agenti, però, ordinò comunque a Honestie di camminare all’indietro verso di lui con le mani alzate, mentre il suo collega l’afferrò per le braccia, tirandogliele dietro la schiena, per ammanettarla.
La giovane è stata rilasciata nel giro di diversi minuti, ma l’incidente causò un grandissimoo tumulto all’interno del dipartimento di polizia di Grand Rapids. A quel tempo, in una conferenza stampa, la giovane Honestie disse: “Ho una domanda per la polizia di Grand Rapids: se fosse successo a una bambina bianca, se sua madre avesse gridato: ‘Ha solo 11 anni’, l’avreste ammanettata e caricata nel retro di una macchina della polizia?“. Ad oggi, nel 2020, sappiamo che negli Stati Uniti questo genere di discriminazioni, purtroppo, non sono state ancora debellate.
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