Benetton, Antitrust apre istruttoria per abuso di dipendenza economica in due contratti di franchising. Ecco cos’è successo
L’Antitrust ha aperto un’istruttoria nei confronti del gruppo Benetton per presunto abuso di dipendenza economica in merito a due contratti di franchising che il gruppo aveva stipulato con un rivenditore indipendente di prodotti Benetton. L’Antitrust ha precisato che “sul piano della dipendenza economica, Benetton avrebbe imposto al rivenditore di mantenere una struttura di vendita e un’organizzazione commerciale disegnata sulle sue esigenze, in considerazione del fatto che si garantisce contrattualmente la possibilità di fissare regole e parametri organizzativi idonei a irrigidire la struttura aziendale del franchisee, fino a ostacolarne, se non impedirne, la sua eventuale riconversione“.
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Il 24 novembre 2020 l’Antritrust ha eseguito alcuni controlli nelle sedi di Benetton S.r.l. e Benetton Group S.r.l. con la Guardia di Finanza.
“In tale contesto, oggetto dell’istruttoria è il possibile uso discrezionale da parte di Benetton di alcune clausole contrattuali che le consentirebbero di incidere su scelte strategiche del rivenditore, quali la definizione delle proposte e/o degli ordini di acquisto, non solo in termini di tempistica, ma anche di quantitativi. In tal modo, Benetton potrebbe avere condizionato in maniera significativa l’attività economica del franchisee, al quale sarebbe di fatto impedito di gestire in autonomia la propria attività commerciale”.
Infine, l’Autorità conclude dicendo che “il Gruppo Benetton detiene una posizione di sicuro rilievo nel mercato dell’abbigliamento, con un marchio che gode di una forte attrattiva commerciale, e dunque la vicenda è rilevante non solo sul piano del singolo rapporto contrattuale, ma anche per la tutela della concorrenza e del mercato. L’utilizzo del modello contrattuale in esame da parte di un soggetto che gestisce una significativa rete commerciale in franchising potrebbe avere un impatto significativo su tutti gli imprenditori che costituiscono la rete in questione, a danno del gioco concorrenziale nel mercato“.