Sulla carta Elisabetta Canalis e Maccio Capatonda non sembrerebbero fatti uno per l’altra eppure sono stati una coppia, nel 2013.
Capatonda e Canalis, una coppia improbabile
Non si è trattato di una lunga storia d’amore e neppure troppo impegnativa bensì un breve flirt durato lo spazio di un’estate che però fece parlare,a lungo le riviste e i siti di gossip, forse proprio per la sua improbabilità: del resto, di lì a qualche anno avremmo visto trionfare l’amore tra un’altra coppia sulla carta male assortita, Chiara Ferragni e Fedez. Quello tra Eli Canalis e Maccio, purtroppo, ebbe vita diversa.
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Canalis, da Hollywood a Maccio
Lei veniva da storie d’amore tra rotocalchi, con Christian Vieri e poi addirittura con George Clooney, e quella con Capatonda fu una breve parentesi prima dell’incontro con il chirurgo italo-americano Brian Perri, che ha poi sposato e che le ha dato la sua Skylar. Molti si interrogarono sulla veridicità di questo flirt (peraltro ampiamente documentato da servizi fotografici) e adesso un libro racconta tutta la verità. Tutta la verità di Maccio, si intende.
Maccio, la sua verità: nel suo Libro parla de La Canalis
In un libro intitolato Libro, Maccio Capatonda dedica alla Canalis un intero capitolo, parimenti intitolato La Canalis, in cui racconta dettagli curiosi del “fidanzamento”, avvenuto… per contratto. Proprio così: “Devi firmare un contratto se vuoi continuare a interagire con Eli’, mi disse un tizio vestito da Lele Mora... ‘Qualora venisse rivelata una sola informazione sulla vita di Elisabetta dovrai pagare una penale di 67mila euro’. Firmai”. Così scrive Capatonda.
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“Inciampò e cadde… in un settimanale di gossip”
Curioso l’inizio, curioso anche l’epilogo. Alla fine dell’estate, Eli tornò negli Stati Uniti dove viveva già dai tempi della storia con Clooney, mettendo la parola fine alla storia con Maccio, che la incontra dopo qualche tempo per un’ultima volta. “Mi affacciai alla finestra e la vidi andare via ma dopo pochi passi inciampò e, cadendo, finì all’interno di un settimanale di gossip. Da quel giorno non l’ho più vista, se non dentro il giornale”.
