Ospite di Eleonora Daniele a Storie Italiane, il maestro di ballo del programma Ballando con le stelle, Samuel Peron, ha fatto una rivelazione inaspettata sul suo passato. Ecco quanto dichiarato.
La confessione di Samuel Peron
Nel corso della puntata di Storie Italiane, andata in onda oggi, lunedì 23 novembre 2020, si è parlato di un episodio di cronaca, ovvero del caso del ragazzo di Lanciano, aggredito da una baby gang, che dopo un mese si è svegliato dal coma. Tra gli ospiti presenti in studio anche Samuel Peron, che per l’occasione ha svelato alcuni dettagli sconosciuti del suo passato.
A tal proposito ha dichiarato: “Ho iniziato a ballare da bambino, negli anni Ottanta, in un paesino dove lo sport per eccellenza era il calcio. A quei tempi chi danzava veniva discriminato e deriso”. Ha quindi proseguito: “La mia famiglia mi è stata molto vicina, cosa che secondo me è molto importante. Al giorno d’oggi mi chiedo come mai ci ritroviamo ad avere una società che è piena di rabbia e di rancore. Oggi i ragazzini hanno una voglia quasi perversa di dimostrare la loro presunzione e arroganza attraverso la forza. Chi è intelligente riesce a comunicare attraverso le parole e questa, secondo me, è la cosa migliore”. Per poi aggiungere: “Perché arrivare alla violenza, per che cosa? Si rendono conto che ad ogni atto che commettono le conseguenze potrebbero essere gravi”.
Le parole di Luisa Corna
Sempre a Storie Italiane è intervenuta in collegamento Luisa Corna, che ha voluto mandare un saluto al ragazzo vittima di bullismo a Lanciano e alla sua famiglia.
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“Un grandissimo in bocca al lupo, credo che il loro desiderio sia che il figlio si riprenda al più presto, una cosa inaudita, il bullismo va veramente oltre”.
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Ha quindi aggiunto: “Nel mio piccolo ho scritto un libro che tratta di bullismo legato alla scuola primaria perché secondo me bisogna partire da lì, far partire i concetti di rispetto, diversità, per le idee, ognuno deve essere libero di esprimere quello che sente nel rispetto degli altri, credo sia fondamentale, mi rendo conto che nei videogiochi, nei film, c’è moltissima violenza e io questo lo trovo assurdo”.