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Il documento M5s dopo gli Stati generali: alleanze ammesse in via eccezionale
Il Movimento 5 Stelle ha diffuso il documento finale con gli elementi di novità emersi dagli Stati Generali. Nel testo si legge: “Le affermazioni sono il frutto del lavoro svolto nel corso degli Stati generali a partire dalle riunioni territoriali fino all’evento nazionale, e saranno sottoposte, per parti separate, al voto dell’assemblea degli iscritti”.
Gli Stati generali del Movimento 5 Stelle giungono al termine e il Movimento stila il famoso documento contenente le novità più dibattute nel corso degli incontri. Tra le novità più importanti, il trasferimento delle funzioni “attribuite al Capo politico ad un organo collegiale” e l’autorizzazione in via eccezionale di alleanze con le altre forze politiche. Le nuove modifiche discusse durante gli Stati generali saranno ora messe ai voti degli iscritti. Stando a quanto letto nella premessa del documento, infatti, “le affermazioni sono il frutto del lavoro svolto nel corso degli Stati generali a partire dalle riunioni territoriali fino all’evento nazionale, e saranno sottoposte, per parti separate, al voto dell’assemblea degli iscritti”. Poi ancora: “Le parti approvate costituiranno un atto di indirizzo a cui gli organi del movimento preposti, attuali e futuri, dovranno attenersi. Per le parti in cui è necessario apportare modifiche allo Statuto, al Codice etico, ai regolamenti esistenti, gli organi preposti formuleranno le relative proposte che saranno di volta in volta sottoposte al voto dell’assemblea degli iscritti. Per alcuni temi che richiedono un ulteriore lavoro di approfondimento, saranno costituiti appositi tavoli di lavoro”.
M5s, i cambiamenti all’orizzonte
Il primo cambiamento sarà talmente radicale da richiedere una revisione dello statuto. La modifica prevede di “trasferire le funzioni oggi attribuite al Capo politico ad un organo collegiale, che combini rapidità ed efficienza nell’azione politica”. L’idea sarebbe di “attribuire alcune funzioni di indirizzo politico, nonché di convocazione dell’assemblea degli iscritti, ad un organo collegiale ad ampia rappresentatività dei livelli istituzionali, territoriali, anagrafici e di genere. L’elezione dei componenti degli organi deve essere effettuata in via prioritaria individualmente individuando eventuali incompatibilità”. Insomma, lo scopo da perseguire sarebbe la creazione di una sorta di segreteria a cui attribuire i compiti dell’attuale capo politico.
In arrivo novità anche per quanto riguarda il rapporto con l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio. In questo caso, il testo finale cerca di delineare principi guida nei confronti delle piattaforme di questo tipo, pur senza nominare l’associazione Rousseau. Nel testo si parla di un “contratto di servizio“. Più nello specifico il documento afferma: “La piattaforma tecnologica è uno strumento di servizio a supporto dell’azione politica decisa dagli organi del Movimento e per l’esercizio della democrazia diretta nelle forme e nei modi previsti dallo Statuto. I rapporti con il gestore della piattaforma devono essere regolati da apposito contratto di servizio o accordo di partnership che definisca i servizi delegati, ruoli, doveri reciproci”.
Infine un altro tema spinoso: le alleanze. Arriva il lasciapassare del documento per la creazione, “in via eccezionale”, di alleanze con partiti tradizionali. Il testo afferma: “Il M5s nasce come forza alternativa alle altre forze politiche esistenti. In via eccezionale, in relazione ai singoli sistemi elettorali, possono essere autorizzate, prima o dopo le votazioni, specifici accordi con altre forze politiche, prioritariamente con liste civiche. Ciò può avvenire solo sulla base di accordi chiari e percorsi stabiliti di condivisione di programmi, idee e obiettivi, che tenga conto prioritariamente dei livelli territoriali coinvolti ma con un’autorizzazione che avvenga a livello nazionale che tenga conto degli interlocutori e del contenuto degli accordi”.
Alleanza con Forza Italia? Di Battista: “L’immoralità è come il letame”
Insomma, il M5s – a seguito di un governo gialloverde e nel pieno di un governo giallorosso – cerca di ufficializzare un principio già sdoganato: le alleanze, all’occorrenza, si fanno. Ovviamente il tutto dovrà essere sottoposto alla votazione degli iscritti. Intanto, però, colpisce la tempistica con la quale viene buttato giù questo pilastro, proprio in un momento in cui prosegue il dialogo tra Pd, Italia Viva e Forza Italia. Berlusconi avrebbe offerto la propria collaborazione per la votazione della legge di Bilancio e il dibattito pubblico si è acceso all’idea di una maggioranza allargata. In realtà, sia Berlusconi che Conte avrebbero già scansato questa ipotesi. Ma con ancora più forza l’idea è stata allontanata da Alessandro Di Battista.
Il grillino non avrebbe nascosto la propria netta contrarietà a ogni tipo di alleanza con Forza Italia. In un post su Facebook avrebbe scritto: “Moltissimi esponenti del Pd non si limitano al loro, proverbiale ed ipocrita, silenzio di fronte a conclamati episodi di malaffare come quelli che travolgono, ciclicamente, Forza Italia. No, cercano in ogni modo di riabilitare il berlusconismo. Delrio si augura collaborazione con Forza Italia per ‘un’unità nazionale sostanziale’. Gualtieri addirittura fa un appello a FI chiedendone i voti in Parlamento. Tendono la mano a FI, parlano di ‘ascoltare le idee dell’opposizione’. Ma di quali idee stiamo parlando? Del Lodo Alfano? Del legittimo impedimento? Delle leggi ad-personam? Di Ruby nipote di Mubarak?”. Poi ancora: “Nel paese del sottosopra il partito dell’immoralità diventa responsabile, B. diventa il vecchio saggio e chi ricorda la storia subisce rappresaglie mediatiche. Stare lontano dall’immoralità è un dovere morale perché l’immoralità è come il letame. Si tratta con la pala. Non con il cucchiaino d’argento”.