Antonella Abbatangelo è morta a 41 anni a causa del Covid-19. La donna ha atteso ben 11 ore al pronto soccorso di Barletta prima di essere ricoverata, ma il quadro clinico era ormai troppo grave. È morta dopo cinque giorni in terapia intensiva.
Da una settimana Antonella Abbatangelo manifestava i sintomi del Covid-19: febbre e tosse inizialmente, poi quelli sempre più gravi. La donna nei primi giorni si è curata in casa, ma quando le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare, lo scorso 12 novembre, si è recata all’ospedale di Trani, la sua città. Lì, tuttavia, non essendoci un reparto Covid, non è stata neanche visitata. I medici l’hanno rimandata a casa. Il giorno dopo, dunque, la corsa all’ospedale di Barletta. La quarantunenne ha atteso ben 11 ore in pronto soccorso prima di essere ricoverata, ma ormai era troppo tardi. Il quadro clinico era troppo compromesso. La donna si è spenta dopo avere trascorso una settimana in terapia intensiva. Lascia il marito e il figlio di quattordici mesi, che non potranno neanche partecipare al funerale poiché in isolamento domiciliare.
La famiglia, adesso, chiede giustizia per una delle giovani vittime del Covid-19. Antonella Abbatangelo si sarebbe potuta salvare se i medici dell’ospedale di Barletta avessero preso prima in carico il suo caso? La Asl Bat ha aperto una indagine per ricostruire quanto accaduto e comprendere le cause del ritardo. Pochi giorni fa un cardiologo della struttura, che aveva in cura la donna, ha denunciato che al suo interno mancano risorse adeguate. “Probabilmente sono state le misure inefficaci per contrastare il virus ad ucciderla“, ha scritto. La famiglia, inoltre, nei giorni di ricovero non avrebbe avuto notizie sullo stato della paziente. “Siamo stati attaccati al telefono da mattina a sera solo per avere spiegazioni confuse e veloci da parte dei dottori“, ha raccontato il marito Massimiliano.
In una nota, la Asl di Barletta ha precisato che all’arrivo in ospedale di Antonella Abbatangelo, avvenuto con un mezzo proprio, il quadro clinico era già compromesso. Il Covid-19 avrebbe aggravato patologie preesistenti.
“Ci uniamo al dolore della famiglia e anche se nulla potrà rendere più sopportabile una tale perdita abbiamo il dovere di ricostruire sulla scorta di documenti in nostro possesso quanto accaduto in ospedale“. Lo scrive Alessandro Delle Donne, direttore generale della Asl. “Quanto accaduto a questa giovane donna merita il massimo della chiarezza e faremo di tutto perché ciò avvenga ma posso assicurare che l’apparato clinico sta assicurando il massimo della attenzione e dalla cura a tutti i pazienti che arrivano in pronto soccorso mentre sul territorio siamo già attrezzati con 7 Usca a disposizione di chi necessita di cure a casa“.
Il direttore generale della Asl ha tuttavia sottolineato che il quadro clinico di Antonella Abbatangelo era già grave in partenza. “La donna è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale Dimiccoli di Barletta con mezzo proprio il 13.11 ed è stata presa in carico alle ore 23.01. E’ stata sottoposta a visita medica alle 23.05: sono stati evidenziati dispnea e febbre elevata da due giorni curata a domicilio. Al quadro clinico acuto va aggiunta una grande comorbilità rappresentata da problemi metabolici“.
È stata dunque aperta un’indagine per avere chiarezza, soprattutto in relazione alle cause del ritardo nel ricovero. “Abbiamo naturalmente avviato indagine per verificare tutti i passaggi di quanto accaduto. Per capire – spiega Delle Donne – da quanto tempo la signora era in cura con terapia domiciliare e quali sono state le attese fuori dal pronto soccorso che sta gestendo numeri in continua espansione. A Barletta come ad Andria gli accessi sono continui e in alcuni momenti si creano attese prima dell’accesso alla struttura. I numeri dei positivi sul territorio Bat sono stati messi in evidenza in diverse circostanze con conseguenze sui pronto soccorso innanzitutto“.
La Asl, tuttavia, si è difesa dalle accuse di malasanità. “La descrizione di quanto accaduto dalla presa in carico fino al 19.11 evidenzia che è stato fatto tutto il possibile, abbiamo messo in campo tutte le forze umane a disposizione, tutti i mezzi disponibili e l’abnegazione del personale sanitario e amministrativo è senza eguali“.
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Rossano Sasso, deputato della Lega in Puglia, ha voluto esprimere il proprio rammarico per quanto accaduto e, in generale, per lo stato in cui versano gli ospedali. Le strutture, a fronte della seconda ondata di Covid-19, non sono attrezzate come dovrebbero. “Strazio, dolore profondo per una giovane mamma di Trani, morta dopo essere stata 11 ore in attesa al pronto soccorso di Barletta. Come già denunciato da chi lavora in quell’ospedale, lì e non solo lì ci sono pochi uomini che fanno turni massacranti e pochi mezzi. Non voglio fare polemica, ma qui in Puglia da giugno a settembre è stato fatto poco o nulla per prevenire la seconda ondata. Mesi di tempo preziosi, sprecati. Una programmazione che non c’è stata, o è stata fallimentare“, ha scritto in una nota.
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