La pandemia potrebbe aver creato un boom di problemi di insonnia: lo suggerisce uno studio basato sulle ricerche Google sul tema, pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine.
L’analisi ha individuato 2,77 milioni di ricerche Google sull’insonnia nei primi 5 mesi del 2020, per un aumento complessivo del 58% rispetto agli stessi mesi dell’anno
precedente. “Penso si possa dire con certezza, sulla base di questi risultati (come pure sulla base dei risultati di indagini sucampioni di individui) che tante persone hanno acquisito
disturbi del sonno sin nei primi mesi della pandemia“, afferma Kirsi-Marja Zitting, che ha condotto lo studio presso il prestigioso Brigham and Women’s Hospital di Boston.Gran parte delle ricerche Google sull’insonnia sono state fatte dagli utenti in piena notte, con un picco alle tre di notte. La pandemia, conclude, potrebbe avere un impatto profondo a lungo termine sulla qualità del sonno delle persone.
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È di ieri uno studio italiano sul tema, guidato dall’Università di Parma e pubblicato su Frontiers in Psychology: il lockdown ha cambiato il sonno degli italiani. Lo studio, coordinato da Christian Franceschini, ha coinvolto oltre 6mila persone tra i 18 e gli 82 anni. Più della metà (55.32%) dei partecipanti ha evidenziato una ridotta qualità del sonno e una consistente modifica nelle abitudini dovuta alla quarantena, che ha spostato i normali orari del ciclo sonno-veglia.
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