Con la legge di Bilancio alle porte, la votazione dello scostamento di bilancio, l’invito del presidente della Repubblica all’unità, la crisi di coesione del M5S, l’esigenza di nominare un nuovo presidente della Repubblica (nel febbraio 2022), un nuovo accordo con Forza Italia sembra un’ipotesi gradita a tutti, soprattutto a Pd e Italia Viva. Quanto ne ha bisogno l’Italia?
Sono tante le sfide prettamente politiche che il governo dovrà affrontare nel futuro prossimo. Senza contare pandemia, crisi sanitaria, e profonda crisi economica, l’esecutivo e la maggioranza avranno bisogno di avere piedi ben saldati a terra, ben radicati in un largo consenso istituzionale, per evitare scossoni catastrofici. E si sta già pensando a come fare, tra flirt e smentite all’italiana. Le sfide politiche all’orizzonte vengono ribadite dallo stesso presidente della Repubblica Mattarella, che utilizza toni alti per un dibattito pubblico alto: è necessaria unità in questo momento di crisi, collaborazione senza sterili polemiche.
Premesse e conclusioni: le ipotesi in campo
Poi c’è la realtà politica italiana, in cui l’alto appello si traduce in favori e seduzioni sotto banco. L’ex premier Silvio Berlusconi conosce bene le dinamiche della politica, tutto questo lo sa. E non ha tardato a incassare il suo bottino (l’emendamento salva-Mediaset) per promettere, l’attimo successivo, una maggiore collaborazione di Forza Italia. Questa apertura si è tradotta in tante ipotesi all’interno del dibattito pubblico: allargamento della maggioranza, rimpasto di governo, patto del Nazareno. Ma al momento sia il premier Conte che Berlusconi sembrano ribadire: l’intesa sarà sui temi e sui voti, ma l’assetto rimane invariato e Forza Italia resterà all’opposizione. Forse, però, al netto di previsioni e ipotesi, ci si dovrebbe chiedere: l’Italia ha veramente bisogno di questa intesa, voluta soprattutto da Pd e Italia Viva? La risposta è: probabilmente sì. E le prove ci sono già.
Legge di bilancio e scostamento di bilancio
Nella giornata di ieri – 18 novembre – una nota di Silvio Berlusconi ha fatto presente: “Forza Italia è disposta a valutare il voto favorevole allo scostamento di bilancio e a migliorare con le proprie proposte per l’Italia una legge di bilancio minimalista, vecchia e inadeguata”. Poi ancora: “A fronte di questo chiediamo però risposte efficaci all’emergenza sanitaria, all’emergenza economica, all’emergenza burocratica”. Il leader di Forza Italia, insomma, sembra voler usare il bastone e la carota con il governo, in modo da accontentare maggioranza e opposizione.
Commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi rispetto alla votazione della manovra, il vicesegretario dem Andrea Orlando avrebbe affermato: “Valuteremo con grande attenzione le proposte avanzate oggi da Forza Italia. Salutiamo positivamente l’affermazione di un principio presente nelle parole di Berlusconi di oggi il primo diritto da affermare e difendere è quello alla salute. In nome di questo va sviluppato, come noi abbiamo sempre auspicato, in Parlamento un dialogo costruttivo tra tutte le forze politiche ponendo fine a polemiche sterili ed inconcludenti”. Lo scostamento di bilancio verrà votato il 25 novembre al Senato, aula dove il governo rischia di avere numeri risicati senza l’appoggio di Forza Italia. Insomma, per votazione della legge di bilancio e scostamento di bilancio, il governo sembra aver bisogno di Berlusconi, fortemente invocato da Bettini (Pd) e Renzi (Iv).
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Le altre questioni politiche
Seguono, poi, altre questioni politiche non immediate. Tra queste la frattura interna ai 5 Stelle, l’esigenza (ribadita da Renzi) di creare un fronte comune contro i “sovranisti di destra” e l’elezione del prossimo presidente della Repubblica a febbraio 2022. Con gli ultimi Stati Generali il M5s ha affrontato temi riguardanti la propria riorganizzazione interna, ma sulle grandi questioni programmatiche, e condivise con gli alleati, poche parole. Non vi sarà al momento alcun documento sottoposto alla rete. Il M5s è preso dalla sua riorganizzazione interna, mentre Pd e Italia Viva scalpitano, spaventati dal fatto che il piano di rilancio del governo vada a rilento. Si guarda allora a Forza Italia, ma anche qui, si rischia di alimentare una spaccatura già emersa. Mentre Conte sembra possibilista nei confronti di una collaborazione con alcune forze di opposizione di centrodestra, il presidente della Camera Roberto Fico avrebbe rimarcato: c’è una grande predisposizione a dialogare con il centrosinistra. Entrambi i fronti si aprono al dialogo, ma in due direzioni diverse.
Per quanto riguarda, invece, il fronte contro il sovranismo di destra e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, a sottolineare queste esigenze sarebbe stato il leader di Italia Viva Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere: “C’è da fare un salto di qualità, nella gestione sanitaria, sul Recovery plan, nello sblocco dei cantieri. Molto dipenderà dalle conclusioni del tavolo politico, appena insediato. Questa legislatura arriverà comunque al 2023: io vorrei che ci arrivasse con una maggioranza politica che tiene fuori i sovranisti di destra“. E poi ancora: “Abbiamo creato una coalizione che ha messo in un angolo i populisti di questo Paese. E questa maggioranza vuole eleggere un presidente della Repubblica che metta il Quirinale in salvo fino al 2029 tenendo la barra dritta sull’alleanza atlantica e sull’Unione europea”.
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Insomma, sul piatto ci sarebbero tante questioni. E tutti sembrano concordi con l’esigenza di allargare la collaborazione, compreso il presidente della Repubblica. Soprattutto in un momento storico che ha bisogno di coesione e di uno sforzo collettivo. Il rischio, però, è di tornare a vecchie dinamiche politiche (cfr. emendamento salva-Mediaset) che in questo momento non possiamo permetterci. Ora due domande: conviene davvero aprire a Forza Italia? Probabilmente sì. E’ una situazione che dovremmo augurarci? Probabilmente no.