La pace è la vittoria dell’amore sul combattimento interiore, è ascoltare la voce di Dio in mezzo alle tentazioni di sopprimerla. E’ saper lottare per quell’amore che Gesù ci ha insegnato.
Dice il Signore: Io ho progetti di pace e non di sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò, e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi. (Ger 29,11.12.14)
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 5,1-10
Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».
Parola di Dio
R. Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. R.
Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria. R.
Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. R.
Se avessi compreso quello che porta alla pace!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore
Gesù si rattrista guardando a Gerusalemme e pensando a come questa città così amata sia stata luogo di persecuzione ed uccisione dei suoi profeti, giunti lì nel tempo, e infine sarà luogo della sua morte. Gesù le dice: “avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace!”. Cosa voleva dire Gesù? Forse si riferisce al fatto che, perché ci sia la pace, occorre edificare, ascoltare, e non distruggere. Questa città invece, pur di non accettare il cambiamento e la conversione che le portava Gesù, ha deciso di sopprimere la sua voce.
Ecco come, quella voce di Dio che è in ognuno di noi, non dobbiamo spegnerla o lasciare che gridi a vuoto, ma accoglierla, disposti a cambiare.
Se noi non faremo questo, l’inquietudine avrà la meglio, perché non saremo riusciti a cambiare e a convertirci nel momento opportuno in cui Dio ci era venuto a tendere la mano perché la nostra vita ne aveva più bisogno.
Ricordiamo Madre Teresa di Calcutta con questa sua poesia dove fa una bellissima descrizione del percorso per arrivare alla pace, dal silenzio dell’ascolto della voce di Dio, all’amore che accoglie, al servizio che costruisce, fino alla pace.
“Il frutto del silenzio è la preghiera
Il frutto della preghiera è la fede
Il frutto della fede è l’amore
Il frutto dell’amore è il servizio
Il frutto del servizio è la pace“
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