L’ex ad di Atlantia e Aspi, Giovanni Castellucci, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia con il gip.
Continua l’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolo installate dalla società Autostrade per l’Italia (Aspi). Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 18 novembre, si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Al banco l’ex amministratore delegato di Atlantia e Aspi, Giovanni Castellucci, che però si è avvalso della facoltà di non rispondere.
“Il mio assistito risponderà al pm quando potrà vedere le carte dell’inchiesta“, ha detto l’avvocato di Castellucci, Carlo Longari. Il legale ha inoltre annunciato che ha già presentato il ricorso al riesame. “Ritengo comunque censurabili – ha infatti aggiunto il legale dell’ex amministratore delegato – le esigenze cautelari indicate nella misura stessa e per tale ragione ho proposto istanza al Riesame”.
Durante la mattinata invece era stato interrogato il manager Michele Donferri Mitelli. L’ex responsabile delle manutenzioni ha respinto le accuse a suo carico, rispondendo alle domande del giudice in un interrogatorio durato quasi tre ore.
Il silenzio degli indagati – o la respinta delle accuse – non fa altro che amplificare il peso delle ultime prove rilevate dai giudici. Tra le altre una serie di intercettazioni telefoniche in cui Castellucci e Donferri, insieme a Lucio Ferretti Torricelli, responsabile opere d’arte di Spea (consociata di Aspi), parlano proprio di quei 60 chilometri di barriere fonoassorbenti.
Oltre a spiegare il modo in cui gli ex dirigenti hanno agito, Ferretti dice chiaramente che le strutture “sono incollate con il Vinavil”, mentre altre si sono “sbragate”. Nella stessa conversazione, come se non bastasse, Ferretti ammette che le barriere non rispondono “ai requisiti della norma”.
Le persone competenti, quindi, erano pienamente a conoscenza della pericolosità delle strutture gestite da Aspi. Tutto per non spendere “circa un centinaio di milioni di euro”, come dice Donferri in un’altra intercettazione. Un risparmio irrisorio, per una società che è arrivata a registrare fino a un miliardo e 42 milioni di utili nel bilancio del 2017.
Al momento Castellucci si trova agli arresti domiciliari, e continuerà a essere indagato dalla Procura di Genova. Nel frattempo Aspi ha fatto sapere tramite una nota di aver sostituito le barriere con un intervento da 170 milioni. “L’indagine della Procura di Genova – si legge – riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate ‘Integautos’, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia”.
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La totalità delle barriere in questione, viene sottolineato, è già stata verificata e messa in sicurezza con “opportuni interventi tecnici effettuati tra la fine del 2019 e gennaio 2020 nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale”.
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