La divisione in zone di rischio in Italia. Credit: salute.gov.it
I numeri del coronavirus sono in calo e le Regioni rosse hanno iniziato a fare pressione al governo per uscire dal lockdown.
Lombardia e Piemonte chiedono di diventare zone arancioni. La permanenza nella zona rossa – quella di massimo rischio – inizia a dare i suoi frutti. I numeri del coronavirus si stanno ridimensionando e le Regioni sono pronte per riaprire. Ma cosa cambia tra la zona rossa e la zona arancione?
Innanzitutto i cittadini non saranno più in lockdown. Addio al divieto di ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario. In zona arancione gli abitanti delle Regioni in questione potranno tornare a muoversi all’interno del proprio Comune, seppur per motivi di lavoro, studio, salute e necessità. Resta tuttavia la raccomandazione di evitare gli spostamenti non necessari nel corso della giornata all’interno del proprio Comune, e il coprifuoco dalle 22 alle 5 valido per tutta Italia.
Resteranno chiusi i ristoranti ma riapriranno i negozi. In zona rossa, infatti, sono aperti solo i supermercati e i rivenditori di beni alimentari e di necessità. In zona arancione, invece, a chiudere sono bar e ristoranti 7 giorni su 7 e i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno. Gli altri esercizi commerciali riapriranno regolarmente.
Torneranno a scuola gli alunni di seconda e terza media. Se in zona rossa la didattica a distanza parte dalla seconda media in su, in zona arancione gli studenti tornano in presenza, fatta eccezione per i ragazzi delle superiori. Per quanto riguarda le università, resteranno chiuse, ma potranno accedervi le matricole per svolgere alcune attività e i laboratori.
Riapriranno i centri sportivi. Via libera quindi allo sport all’interno dei circoli, mentre resteranno chiuse piscine e palestre. Inoltre, vista la possibilità di ricominciare a muoversi in città e all’interno del proprio Comune, la capienza del trasporto pubblico verrà ridotta al 50 per cento per evitare assembramenti pericolosi.
La discesa dei contagi è iniziata in Piemonte e Lombardia dallo scorso venerdì, 13 novembre. Le due Regioni del Nord Italia hanno abbassato il proprio livello di rischio e hanno subito iniziato a pressare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per uscire il prima possibile dal lockdown. Stando al Dpcm attualmente in vigore, tuttavia, le zone rosse e arancioni devono restare 14 giorni nello scenario di rischio inferiore per cambiare status. Almeno altri 10 giorni, dunque, per Lombardia e Piemonte.
Il cambiamento di zona non dovrebbe avvenire prima di venerdì 27 novembre. Sempre se la situazione resta sotto controllo. Per questo il ministro della Salute Roberto Speranza ci ha tenuto a specificare che “c’è una decelerazione e questa settimana sarà importante vedere se continua e quali sono i numeri dei ricoveri, ma ancora non siamo di fronte a un arretramento del virus. La situazione resta molto seria, nessuna regione italiana è in zona verde. Serve la massima prudenza”.
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