Scuole aperte sì, scuole aperte no: è una questione che circola a Palazzo Chigi da tempo e su cui ancora oggi non c’è una presa di posizione chiara. Lucia Azzolina, in realtà, insiste ancora affinché gli Istituti restino aperti. Ma le varie libertà di disposizioni concesse ai governatori regionali sembrano bloccare i buoni propositi del Ministro.
“Le scuole devono rimanere aperte”. A ribadirlo, qualche giorno fa – e lo fa, del resto, ogni giorno – è stato il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che, per dar voce alla sua tesi, qualche giorno fa ha incontrato il Comitato tecnico scientifico. Scuola dell’infanzia, elementari e medie per Lucia Azzolina devono rimanere aperti visto che i dati non sembrano allarmare e che, i contagi, non provengono da lì. A bloccare i suoi buoni propositi – e anche quelli delle famiglie e degli studenti che fanno pressione affinché non si arrivi alla didattica a distanza – c’è però l’autonomia delle regioni e anche dei sindaci che, con ordinanze restrittive, possono praticamente lasciare ad Azzolina un pugno di sabbia.
E’ comunque la confusione la parola d’ordine degli Istituti. Proviamo quindi a fare un riepilogo della situazione regione per regione; o, dovremmo dire, per zona in zona. Continuano le lezioni in presenza, fino alla terza della secondaria di primo grado, in zona gialla – le superiori, invece, a distanza. Parliamo quindi di: Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto. In zona arancione – Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche – non cambia nulla, ma anche qui l’ultima parola è rimessa alle ordinanze dei governatori. Michele Emiliano, in Puglia, ha ad esempio varato un’ordinanza che permette ai genitori di poter scegliere la didattica a distanza o in presenza. Confermata invece la didattica a distanza fino al 22 novembre anche per le secondarie di primo grado. In Basilicata è stata invece disposta dal 17 novembre al 3 dicembre la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado.
In zona rossa – Abruzzo, Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Toscana – restano sospese le attività didattiche in presenza dalla seconda media fino alla classe quinta delle superiori. Dal 24 novembre, però, in Campania si riapriranno le porte dell’infanzia e delle prime classi della primaria. torneranno in presenza i bambini campani dell’infanzia e delle prime classi della primaria.
Anche in Campania, la partita è stata delle mani di Vincenzo De Luca che, ben prima di altri, aveva disposto la chiusura degli Istituti scolastici.
Anche il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Kompatscher, ha firmato una nuova ordinanza che dispone la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole fino al 22 novembre, tranne che per i figli di coloro che lavorano nei cosiddetti servizi essenziali. Sospese le attività scolastiche in presenza di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza anche in Calabria. In Abruzzo, che da domani 18 novembre passa a zona rossa, il governatore Marco Marsilio ha firmato l’ordinanza valida fino al 3 dicembre che però non chiude le scuole. Resta l’obbligo di indossare la mascherina anche al banco con il metro di distanziamento.
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