Crisanti lancia l’allarme: “Terza ondata Covid se apriremo a Natale”

Andrea Crisanti fa capire che non bisogna allentare la presa sul Covid, nonostante i leggeri miglioramenti degli ultimi giorni. “Approfittiamo delle ferie per chiudere tutto – ha dichiarato – e cercare di fermare il contagio”.

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Crisanti lancia un nuovo allarme – meteoweek.com

Andrea Crisanti prova a smorzare i facili entusiasmi, dettati dagli ultimi dati in arrivo sul fronte del Covid-19. Sono stati in particolare il dirigente dell’Istituto superiore di Sanitò Giovanni Rezza e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli a far trapelare elementi positivi. In particolare ci si è soffermati su dati come l’indice Rt, dato in leggero ribasso. Tanto da pensare a un leggero allentamento delle misure nel mese di dicembre, proprio in prossimità delle festività di fine anno. Ma Crisanti non sembra essere particolarmente d’accordo.

Il docente di Microbilogia all’università di Padova ne ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata per Repubblica. In tal senso, Crisanti ha fatto capire che una eventuale riapertura di alcuni esercizi commerciali nel periodo natalizio potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. “Piuttosto che riaprire per Natale – dichiara – , penso che la situazione sia così malmessa da dover consigliare l’opposto: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in quelle due settimane e cercare di fermare il contagio. Ma capisco che bisogna tener conto delle esigenze dell’economia“.

Se si osserva la curva dei contagi e la dinamica dei decessi – sostiene Crisanti – si capisce come siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo. E se consideriamo che con il lockdown totale di allora abbiamo dovuto attendere fine aprile per intravedere la famosa fine del tunnel, si può intuire a che punto ci troviamo. E qui non stiamo nemmeno facendo un vero lockdown“. Dunque sarebbe da evitare un allentamento delle misure, con il semplice scopo di far trascorrere le feste in compagnia agli italiani. Anche perchè poi servirebbe “più tempo perché le restrizioni producano effetto”.

Crisanti non approva l’eventuale riapertura – meteoweek.com

Anche perchè nel frattempo, la situazione negli ospedali italiani non è certo delle migliori. In tal senso il microbiologo si rende conto di un aspetto: “Dobbiamo discutere di quanta sofferenza e morti siamo disposti ad accettare”. Anche perchè a suo parere il sistema sanitario nazionale può reggere, ma può anche avere “un numero di decessi maggiore rispetto alla prima ondata“. Crisanti rilancia ancora una volta l’ipotesi del lockdown, che a suo parere andrà fatto comunque. Non riesce a precisarne la durata, ma fa l’esempio francese a suo supporto: “Hanno registrato 900 morti al giorno nonostante lì abbiano adottato misure abbastanza importanti“.

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Crisanti dice la sua anche sulla gestione delle scuole. A suo parere bisognava agire in maniera diversa, se non altro valutando la situazione sul momento: “I bambini fino a dieci anni si ammalano poco, le elementari e gli asili non pongono un grande problema. Ma avremmo dovuto valutare gli effetti dell’apertura anticipata su singoli distretti scolastici. Poi decidere“. E sorge una piccola polemica, legata al fatto che il Governo ha preso determinate decisioni “solo perché suggerite dal Cts, neanche avessimo ricevuto le tavole della Legge sul monte Sinai“.

Si torna a parlare di Natale, ma Crisanti non sembra molto propenso alla riapertura: “Senza strumenti per contrastare la diffusione sul territorio, come si può pensare a un allentamento? A gennaio saremo di nuovo in questa situazione se non in una peggiore, nel pieno della terza ondata“. E si chiude parlando del vaccino: “Avere le prime dosi a gennaio, febbraio o marzo non incide certo sulla diffusione dell’epidemia. Riparliamone quando sarà vaccinato il 70% della popolazione“.

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