Emergono nuovi dettagli sulle possibili misure da adottare a Natale. Alcune anticipazioni sulle linee generali erano già state fornite dalla sottosegretaria Sandra Zampa. Ora il governo pensa al nuovo Dpcm da varare il 3 dicembre. In previsione regole per lo shopping natalizio (per far ripartire i consumi in sicurezza) e nuove misure per i cenoni.
Mentre quasi tutta Italia si colora di scuro abbandonando il giallo, mentre il governo attende impaziente di ricevere i primi dati sull’effetto delle misure di contenimento imposte fino ad ora, il Natale si avvicina. Sale la preoccupazione di tutte le filiere produttive legate a questa festività, dalla ristorazione alle attività commerciali. Il Natale rappresenterebbe l’ultima ancora per evitare il disastro economico definitivo del 2020. Se l’Italia dovesse trovarsi in lockdown durante le festività, i settori già gravemente colpiti dalla crisi potrebbero ricevere l’ultima stangata finale. Dall’altro lato, se i numeri non lo permetteranno, l’Italia non potrà rischiare di cedere ad assembramenti e festeggiamenti, di rialimentare la catena dei contagi. Per questo la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa nei giorni scorsi avrebbe rilasciato diverse dichiarazioni nelle quali veniva annunciata l’idea di creare misure specifiche per il Natale. Misure, di certo, che non porteranno a un’eliminazione delle misure di contenimento. L’idea del governo sarebbe di approdare al nuovo Dpcm del 3 dicembre. Difficile stabilire ora cosa accadrà realmente a Natale, tutto dipenderà dai dati delle prossime settimane.
Shopping e cenoni
Eppure il governo sembra già pronto a elaborare una strategia, o delle possibili strategie, per affrontare le festività. Una prima ipotesi, riportata dall’Ansa, riguarda lo shopping contingentato, per evitare la creazione di assembramenti. Per quanto riguarda la ristorazione, il governo starebbe pensando a un tetto massimo di persone consentite allo stesso tavolo: non più di sei. Il principio numerico vale anche per i cenoni in casa, ma in quel caso non dovrebbe assumere il valore di obbligo. Resterà, piuttosto, caldamente raccomandato. Resta ancora valida l’ipotesi prospettata dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che paventava cenoni con soli parenti di primo grado. Infine i bar, che potrebbero riaprire la sera nelle regioni con indice Rt inferiore a 1.
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Spostamenti e coprifuoco
Per quanto riguarda gli spostamenti, invece, l’idea è di consentire il rientro alla residenza o al domicilio. In questo senso, le aspettative restano ottimistiche: sarebbe da escludere il vero e proprio esodo che attraversò l’Italia a marzo. Anche perché in questo caso gli spostamenti sarebbero più graduali, le scadenze non immediate. Nel frattempo gran parte della popolazione ha avuto modo di effettuare i dovuti trasferimenti grazie all’introduzione di smart working e didattica a distanza universitaria. Per quanto riguarda il coprifuoco, infine, potrebbe esser spostato alle 23 o a mezzanotte, e anche oltre la mezzanotte per quanto riguarda il Capodanno.
Crisanti: “Approfittare delle ferie di Natale per chiudere tutto”
Intanto in un’intervista sulla Repubblica, Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all’università di Padova, ribadisce quanto sia preferibile, a livello sanitario, rinforzare le misure di contenimento soprattutto a Natale, quando le ferie regaleranno un po’ di respiro. “Piuttosto che riaprire per Natale, penso che la situazione sia così malmessa da dover consigliare l’opposto: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in quelle due settimane e cercare di fermare il contagio. Ma capisco che bisogna tener conto delle esigenze dell’economia”.
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Anche perché, dice Crisanti, un lockdown prima o poi sarà inevitabile: “I numeri lo imporrano. L’Rt resterà superiore o uguale a uno a lungo. È una questione matematica. Con questo livello di contagi il numero di tamponi effettuato non ha più senso. Aveva senso farne 400mila al giorno per bloccare la catena di diffusione. Ormai la marea del virus è fuori controllo”.