Aumenta ancora il numero di studenti che restano a casa: sono quasi 4 milioni. Scuole di ogni grado chiuse in Calabria, mentre in Toscana si fermano le seconde e terze medie. In Campania, invece, parziale riapertura per i più piccoli.
Da domani, lunedì 16 novembre, altri 226 mila studenti resteranno a casa al fine di evitare un ulteriore aumento dei casi di Covid-19. In Calabria, infatti, la scuola ha chiuso momentaneamente i battenti nella sua totalità. In Toscana, diventata zona rossa, si fermano invece le seconde e terze medie, come previsto dal dpcm. La Campania, nonostante sia diventata zona rossa, ha concesso una parziale riapertura rispetto al precedente provvedimento regionale. I più piccoli torneranno infatti sui banchi per consentire ai genitori di andare a lavoro senza affidarsi ai nonni o ad aiuti esterni, ma soltanto in determinati casi. Questi provvedimenti si aggiungono a quelli già in vigore. In totale, saranno dunque quasi 4 milioni gli alunni che continueranno a studiare tramite la didattica a distanza.
Più aumenta il livello di rischio dell’emergenza Covid-19 in Italia, più gli studenti devono rinunciare alla didattica in presenza. Ad oggi, gli alunni che seguono le lezioni da remoto sono ben il 46,2%, quasi la metà. Nel dettaglio parliamo di 3.894.278 giovani. Si tratta della totalità degli studenti delle scuole superiori e di quelli delle seconde e terze classi delle scuole medie nelle zone rosse (Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Prov. di Bolzano, Calabria, Campania e Toscana).
A questi si aggiungono quelli che sono coinvolti dai provvedimenti regionali. In Calabria, ad esempio, sono state sospese tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado fino al 28 novembre. In Umbria, zona arancione, invece, restano a casa gli studenti delle scuole di primo e secondo grado, almeno fino al 22 novembre. Qualcosa di simile è accaduto in Puglia, anch’essa zona arancione, in cui tuttavia il Presidente della Regione Michele Emiliano ha chiesto ai genitori di scegliere tra didattica in presenza o a distanza. Un provvedimento che sta facendo molto discutere, in quanto causa grande disorientamento nelle famiglie ed anche negli istituti.
La Campania, dove gli istituti sono chiusi da ben prima che la regione diventasse zone rossa, al contrario il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato che le attività in presenza dei servizi dell’infanzia e delle prime classi della scuola elementare riprenderanno dal 24 novembre, previa effettuazione di screening su base volontaria sul personale docente e non docente e sugli alunni.
Se l’Italia, come si teme, dovesse diventare una grande zona rossa, il rischio è che si vada incontro alla didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado. Una misura pari a quella varata nel lockdown della prima ondata del Covid-19. Il Governo, tuttavia, finché sarà possibile, intende proseguire con le lezioni in presenza almeno per i più piccoli.
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Intanto, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina continua a difendere la didattica in presenza, in quanto la scuola sarebbe un luogo sicuro. “La situazione nelle scuole è monitorata attentamente. I ragazzi più giovani si contagiano meno degli adulti. Una tendenza evidenziata anche da alcuni studi internazionali“, ha detto. La rassicurazione arriva anche da Luca Richeldi, componente del Cts, il quale ha escluso provvedimenti più rigidi a livello nazionale. “La situazione nelle scuole non mostra segnali di allarme particolare. Quindi quello che si sta facendo è la strada giusta“, ha sottolineato.
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