Il libro è stato scritto da padre Leonardo Sapienza. Racconta di Papa Francesco, il celibato, e le carte segrete di Paolo VI. Si riaccende così la polemica e la critica sul celibato sacerdotale.
Torna in voga un tema particolarmente delicato e discusso in merito alla chiesa cattolica. È quello relativo al celibato dei preti, di cui si è a lungo parlato negli scorsi decenni. In particolare si pone l’accento sulla posizione assunta sul tema, in tempi non sospetti, da papa Francesco. Una posizione che avrebbe tratto ispirazione da un suo illustre predecessore al soglio pontificio, ovvero Paolo VI. Tutto è contenuto in un libro scritto da padre Leonardo Speranza, in cui si fa proprio una contrapposizione tra due posizioni che, alla fine, si rivelano simili.
Una specie di transfer che ci ha portato proprio a papa Francesco, in un testo che a breve sarà disponibilie e in vendita. Il suo titolo è “Paolo VI. Non esistono lontani” ed è edito dalle edizioni San Paolo. Questo tomo, di fatto, ha riacceso la polemica e la critica sul tema del celibato per i preti. E sottolinea, come detto, il fatto, che il Santo Padre abbia assunto spesso una posizione contraddittoria. In un primo tempo, infatti, i vescovi sembravano aprire alla possibilità di ordinare preti sposati in casi di difficoltà. Ma poi il pontefice ha fatto un passo indietro.
Adnkronos ha anticipato le carte segrete che padre Sapienza ha svelato nel suo libro. Una serie di incartamenti risalenti al periodo in cui Paolo VI era il Santo Padre. E alle quali Bergoglio sembra ispirarsi parecchio: “Papa Francesco – si legge – ha ripetuto spesso la convinzione di Paolo VI. L’ultima volta, nel volo di ritorno da Panama (28 gennaio 2019), Papa Francesco ha detto: ‘Per quanto riguarda il rito latino, mi viene alla mente una frase di Paolo VI: ‘preferisco dare la vita prima di cambiare la legge sul celibato’. Questo mi è venuto in mente e voglio dirlo perché è una frase coraggiosa, lo disse nel 1968-1970, in un momento più difficile di quello attuale“.
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Il Santo Padre in quella occasione rispose a padre Sapienza. Gli fece capire che la sua posizione era particolarmente fedele e vicina a quella assunta a suo tempo da Paolo VI. “Solo con una differenza: lui è un santo“, concluse il pontefice. Uno scritto che si concludeva che una notazione umoristica da parte di Bergoglio: “E non le venga in mente di sposarsi“. Tra le altre cose, il libro di padre Sapienza tira fuori un colloquio inedito del 1970. Da una parte c’era papa Montini, dall’altra c’era l’arcivescovo di Utrecht Bernard Alfrink.
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In questo confronto si parla proprio della norma che avrebbe previsto l’apertura ai preti sposati. E padre Sapienza, nel suo libro, riassume tutto così: “È da notare la sfumatura delle parole e dei sentimenti di Paolo VI durante il colloquio: bisogna essere espliciti; bisogna tenere fermo; crederebbe di tradire la Chiesa; introduciamo una decadenza da cui non si guarisce più; non sono convinto; non avrei la coscienza tranquilla“. E nell’incartamento inviato proprio all’autore del libro, Papa Francesco conclude così: “Questo assomiglia a ‘dare la vita’. Io penso lo stesso di San Paolo VI“.