Di Battista contro il M5S: “Diffamato e denigrano, pubblichino voti dei delegati”

L’ex deputato Alessandro Di Battista rifiuta l’invito a partecipare all’assemblea pubblica degli Stati Generali e si scaglia, sui social, contro gli attuali vertici del M5S.

di battista
Alessandro Di Battista, ex deputato del M5S – meteoweek.com

Mentre i pentastellati si riuniscono per discutere di grandi temi che riguardano l’agenda politica del M5S nel corso degli Stati Generati eccezionalmente svolti in via telematica a causa delle norme di restrizione dettate dall’emergenza Covid-19, dai social arrivano le prime polemiche interne. Già ieri Davide Casaleggio aveva sabotato il primo congresso della storia del partito. Il figlio del co-fondatore della comunità, infatti, ha declinato l’invito a partecipare all’evento attraverso un post su Facebook. “Molte decisioni sono già acquisite, si pubblichino i verbali e i voti“, aveva scritto. Della stessa idea è anche Alessandro Di Battista. Il grillino ribelle, a poche ore dall’assemblea pubblica, ha pubblicato sulla sua pagina un duro attacco agli attuali vertici del Movimento. Le sue parole sembrano il preludio di un inevitabile addio.

Il post di Alessandro Di Battista

L’accusa agli attuali vertici del M5S da parte di Alessandro Di Battista è durissima. “Da quando sono uscito – per mia scelta – dal Parlamento hanno, costantemente, provato a denigrarmi. Mi hanno diffamato, hanno screditato il mio lavoro abituati evidentemente a ex-parlamentari che si fanno piazzare nelle partecipate di Stato. Hanno provato a irridere le posizioni politiche che io e migliaia di altre persone abbiamo preso e l’hanno fatto coloro che l’unica posizione che conoscono è la genuflessione davanti ai loro padroni. Non ho fatto altro che fare proposte e denunce, ho parlato solo di temi, di identità. Ho fatto auto-critica, ho espresso le mie idee e ho lavorato, da attivista, a progetti che ritengo siano utili per affrontare il dramma occupazionale del post-Covid“, ha scritto l’ex deputato su Facebook.

In particolare, fa riferimento a “un programma che sappia farsi carico delle sofferenze degli ultimi e della sempre più fragile classe media prima che politici senza scrupoli e interessati solo ad effimere posizioni di potere cavalchino rabbia e paure provando a dividere la pubblica opinione con consuete guerre tra poveri“. E continua. “Credo nel Movimento, nei suoi valori, nella sua identità e sono convinto che prendere posizioni nette, dure, ribadire le nostre regole e rafforzare, con inflessibilità, la linea della “pulizia etica” delle Istituzioni sia il solo modo per dare futuro al Movimento e al Paese“.

Eppure, all’interno del M5S, in questi mesi non ha trovato ciò che sperava. “Per le mie posizioni – evidentemente dissimili da quelle assunte da parte del “gruppo dirigente” – sono stato definito eretico, dissidente. Hanno scritto che le mie idee erano minoritarie, che mi trovavo all’angolo, non considerato. Leggo di fantomatici piani per isolarmi (tra l’altro mai smentiti) perché rappresenterei una minaccia. Nulla di ciò sarebbe vero. “Ho solo chiesto il rispetto assoluto per quel 33% conquistato con l’impegno ed il sudore di migliaia di attivisti (anche del mio che feci campagna elettorale da non candidato) e un atteggiamento intransigente nei confronti dei soliti boiardi di Stato che sembrano intoccabili“.


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Eppure, all’interno del M5S, in questi mesi non ha trovato ciò che sperava. “Per le mie posizioni – evidentemente dissimili da quelle assunte da parte del “gruppo dirigente” – sono stato definito eretico, dissidente. Hanno scritto che le mie idee erano minoritarie, che mi trovavo all’angolo, non considerato. Leggo di fantomatici piani per isolarmi (tra l’altro mai smentiti) perché rappresenterei una minaccia. Nulla di ciò sarebbe vero. “Ho solo chiesto il rispetto assoluto per quel 33% conquistato con l’impegno ed il sudore di migliaia di attivisti (anche del mio che feci campagna elettorale da non candidato) e un atteggiamento intransigente nei confronti dei soliti boiardi di Stato che sembrano intoccabili“.

Risultato? È stato detto, scritto e lasciato trapelare che fossi contro Conte, nostalgico di Salvini (proprio io che lo attaccavo – quasi in solitudine – quando era potente e prima che si dimostrasse un politico dozzinale qual è) e che volessi minare il governo. Tutto questo solo perché cercavo di rafforzare il Movimento difendendo i successi e ammettendo gli errori. Non sono stato considerato quando (prima privatamente e poi pubblicamente) mi scagliai contro le nomine nelle grandi aziende di Stato di personaggi imputati per reati gravissimi. Mi venne solo garantito che in caso di condanna sarebbero stati rimossi. Ebbene Profumo sta ancora lì“, prosegue il duro attacco.


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Da ciò deriva il rifiuto a partecipare ad un organo collegiale che “non è stato ancora votato dagli iscritti“. E Alessandro Di Battista è a conoscenza anche del motivo. “Perché forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere. E allora si pubblichino i voti che ciascuno dei 30 delegati nazionali ha ottenuto. Perché è giusto conoscere il peso specifico delle idee di coloro che sono stati scelti e per smetterla una volta per tutte di definire “dissidenti” coloro che, su molti aspetti, hanno – conclude – il solo torto di non aver cambiato opinione“.

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