Potranno ricevere subito il vaccino 1 milione e 700mila cittadini, scelti in base ad una serie di categorie individuate dal ministero.
Il vaccino sta arrivando, finalmente qualcosa potrebbe cambiare: il Ministero ha pronta una bozza. “Si sta perfezionando anche con una riflessione con le regioni, ma nei prossimi giorni il ministro ne darà conoscenza”, ha detto Gianni Rezza nel corso della conferenza stampa sui dati del monitoraggio settimanale. A ricevere subito le dosi dovrebbero essere un milione e 700mila cittadini, che saranno scelti in base ad una serie di categorie individuate in funzione della loro “fragilità e potenziale esposizione al virus”. In testa alla lista, comunque dovrebbero esserci, secondo quanto detto anche in precedenza gli operatori sanitari, per partire con la protezione alla categoria professionale più esposta; a seguire gli anziani e le persone la cui salute è più precaria come i malati cronici. Gli ultimi saranno i giovani. “C’è qualche problema per la catena del freddo per la distribuzione del vaccino Covid ma era noto ed il ministero non si è fatto trovare non pronto per questi aspetti di logistica. Adesso il lavoro che sarà svolto con Arcuri consentirà di poter avere un adeguato meccanismo di distribuzione tenendo presente che ci sono anche altri vaccini che stanno arrivando. Si investe su diverse piattaforme vaccinali per poter avere numeri piu larghi di vaccini disponibili“, ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
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In questo momento ce n’è estremamente bisogno. I contagi giornalieri sono passati in poco più di un mese da 2mila scarsi a circa 40mila. In altri Paesi, giunti a questa cifra si parlava già di lockdown. Il governo è stato costretto a misure di sicurezza importanti, differenziate per regioni, seguendo l’esempio di altri Paesi europei normalmente considerati più efficienti ma a loro volta travolti dall’impennata di malati. Dall’Organizzazione mondiale della sanità sono arrivati una serie di messaggi ambigui: dai toni rassicuranti nella fase in cui il virus stava cominciando a diffondersi – «non è un’emergenza mondiale» –, ai giudizi contrastanti sull’utilizzo delle mascherine. Ma l’Oms non è sola: in Italia e altrove politici, virologi e scienziati hanno fatto spesso a gara con dichiarazioni sorprendenti, finendo per influire sia sul comportamento dei cittadini sia sulle iniziative dei decisori. Oggi più che mai c’è bisogno di chiarezza e di vedere la speranza di un vaccino. Pfizer e BioNTech, giurano di essere alla fase 3 della sperimentazione: le due aziende partner hanno comunicato che l’efficacia del vaccino supera il 90% e i test sono condotti su 44mila persone e che la commercializzazione potrebbe avvenire già entro fine anno. Incrociamo le dita.
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