La seconda ondata di Covid-19, che sta mettendo in ginocchio l’Europa, potrebbe non essere l’ultima. Il rischio è di dovere convivere con il virus per tutto il 2021. A dirlo sono gli esperti.
L’Europa sta tentando di contrastare la seconda ondata di Covid-19, ma essa potrebbe non essere l’ultima. Al termine della prima ondata, infatti, si è riusciti ad avere mesi di pace grazie ai frutti del lockdown e all’arrivo delle alte temperature dell’estate, che hanno in parte ostacolato la carica del virus. Questa volta, tuttavia, potrebbe non essere così. Nei prossimi mesi, infatti, arriverà l’inverno e ad aumentare, oltre ai casi di positività, saranno anche i pazienti con influenza. Data la similitudine dei sintomi, dunque, i pronto soccorso rischiano il sovraffollamento, con i danni che ne conseguono. La terza ondata, dunque, potrebbe arrivare più in fretta del previsto.
L’augurio è che l’arrivo del vaccino contro il Covid-19, in programma nei prossimi mesi, possa provocare un netto calo nella curva dei contagi. È da tenere a mente, tuttavia, che i suoi reali effetti non possono essere previsti fin da ora. Inoltre, affinché venga somministrato a tutta la popolazione si dovranno attendere persino anni. La precedenza, infatti, spetterà ai soggetti più fragili e a coloro che lavorano in prima linea per sconfiggere il virus, come gli operatori sanitari.
Il vaccino contro il Covid-19
In molti si chiedono se il vaccino prodotto da Pfizer e Biontech contro il Covid-19 (la cui efficacia al momento sembra attestarsi al 90%) potrà salvare la popolazione dalla terza ondata del virus. La risposta arriva dagli esperti del settore, i quali hanno pubblicato un articolo sul tema sulla rivista Nature.
“Molti vaccini forniscono protezione per decenni, come quelli contro il morbillo o la poliomielite, mentre altri, tra cui la pertosse e l’influenza, svaniscono nel tempo. Allo stesso modo, alcune infezioni virali inducono un’immunità duratura mentre altre una risposta più transitoria“, si legge. Non si ha, dunque, alcuna certezza. Le risposte si avranno soltanto nel momento in cui il vaccino inizierà ad essere somministrato ad una parte consistente della popolazione.
Il più importante interrogativo sul Covid-19 al momento riguarda proprio l’immunità. Una persona a cui viene somministrato il vaccino, per quanto tempo non correrà il rischio di contrarre il rischio? La risposta arriva, questa volta, da un gruppo di esperti dell’Università di Harvard in un lavoro pubblicato lo scorso maggio su Science. “L’incidenza totale di Sars-Cov-2 fino al 2025 dipenderà in modo cruciale dalla durata dell’immunità“.
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Per questi motivi è necessario continuare a rispettare le misure di prevenzione, attualmente unico metodo con efficacia certa per contrastare la diffusione del Covid-19. “Quasi sicuramente“, affermano tutti gli esperti, “bisognerà fare i conti con il virus per almeno tutto il 2021“. In quale misura ciò avverrà, tuttavia, non è ancora possibile stabilirlo.