Anche le regole dei condomini si adattano all’emergenza Covid-19. Le assemblee, infatti, dovranno svolgersi a distanza e non sarà più necessaria l’unanimità. Un provvedimento che rischia di penalizzare coloro che hanno meno dimestichezza con Internet.
È stata approvata al Senato la norma che consente lo svolgimento delle assemblee condominiali da remoto, a patto che ci sia almeno la maggioranza dei condomini a richiederlo. Non servirà, dunque, l’unanimità, che fino ad ora era invece prevista. Il provvedimento, in questo modo, rischia di penalizzare coloro che hanno meno dimestichezza con la tecnologia, per lo più gli anziani. Il “divario digitale“, dunque, dopo essere approdato nelle scuole e in tanti altri settori, arriva adesso anche nei condomini.
Il problema di base, tuttavia, sta nel fatto che le assemblee di condominio rientrano tra le cosiddette attività convegnistiche e congressuali. Esse sono state sospese dal nuovo dpcm, a meno che non si svolgano da remoto. Per questa ragione, al momento, l’unica soluzione sembrerebbe questa. Intanto, però, è scoppiata la polemica.
La protesta di Confedilizia
Confedilizia, che riunisce tutti i proprietari di case d’Italia e li rappresenta nelle sedi istituzionali, non approva tale cambiamento. Esso, infatti, rischia di escludere da decisioni importanti i condomini anziani, che probabilmente non hanno mai effettuato autonomamente una video-call, o semplicemente coloro che per qualsiasi motivo non hanno i mezzi adatti, come una connessione veloce, capace di reggere applicazioni come Zoom, o un computer con webcam e microfono. Il rischio, in questo modo, è che si aprano numerosi contenziosi dettati dalla difficoltà nella comunicazione, che bloccherebbero le attività condominiali. Ad essere penalizzati sarebbero in ogni caso i soggetti più deboli.
“Non si stravolgono in questo modo i principi fondamentali del nostro Codice civile. Siamo di fronte a un errore di valutazione a cui il governo dovrà porre rimedio al più presto“, dice Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. E continua. “Non si può imporre per legge a milioni di anziani e di famiglie in difficoltà di partecipare a distanza a un’assemblea condominiale. Se la norma non venisse soppressa come ci auguriamo si cancellerebbe in un solo colpo uno dei principi cardini dell’intera disciplina condominiale, che prevede appunto la possibilità per tutti gli aventi diritto di fornire il loro contributo alla discussione e alla votazione“.
Esistono, inoltre, problematiche specifiche. “Per giunta, con la nuova contestata norma un gruppo di condòmini numeroso ma rappresentativo di pochi valori millesimali dell’edificio potrebbe avere la meglio sull’intera compagine condominiale: vale infatti la pena di ricordare che nei condomìni non sempre la maggioranza dei proprietari è espressione della maggioranza dei valori millesimali del fabbricato“, ha concluso Spaziani Testa.
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Confedilizia ha esplicitamente definito tale norma approvata dal Senato una enorme “svista parlamentare”. A presentare il provvedimento mercoledì è stato il senatore Leonardo Grimani di Italia Viva. All’interno del partito stesso, tuttavia, hanno voluto prendere le distanze. Lo ha evidenziato la capogruppo Donatella Conzatti. “Introdurre la possibilità di svolgere l’assemblea condominiale in videoconferenza con il consenso della sola maggioranza dei condòmini è una scelta che appare discutibile. Comprendo l’esigenza di facilitare l’adesione da parte dei condomìni ai nuovi bonus per l’edilizia, ma ciò non può essere fatto senza rispettare i diritti di tutti“, ha detto in Commissione di Bilancio a Palazzo Madama.
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Intanto da Consiglio nazionale geometri, categoria a cui appartengono molti amministratori, che da agosto sta già trattando il tema, arriva una possibile soluzione alternativa. L’idea è di fare partecipare alle assemblee condominiali da remoto coloro che hanno i mezzi per collegarsi tramite le piattaforme online. Coloro che, invece, verrebbero privati di tale diritto a causa del divario digitale, potrebbero riunirsi in un luogo fisico, dotato di un unico collegamento. Ciò dovrebbe avvenire nel rispetto delle norme necessarie ad evitare la diffusione del Covid-19. Tra queste, ad esempio, l’obbligo di indossare le mascherine e di mantenere il distanziamento sociale.