Dopo la discussa gestione avvenuta in primavera, ora la Svezia paga un conto salatissimo al cospetto del virus. Dopo l’aggiornamento di ieri si contano oltre 171mila casi complessivi, con oltre 6mila decessi.
Uno dei Paesi che ha fatto maggiormente discutere, durante la prima ondata di Covid-19 su scala mondiale, è senza dubbio la Svezia. Già nel corso della primavera, infatti, il Governo della nazione scandinava aveva preso delle decisioni in netto contrasto con ciò che avveniva nel resto d’Europa. In particolare per quanto riguarda un lockdown che non era mai partito in Svezia. Ma stando ai numeri ufficiali che circolavano fino all’inizio dell’estate, la situazione non era poi così grave. Con l’arrivo della seconda ondata, però, le cose sembrano essere cambiate in maniera radicale.
Nelle ultime 24 ore, il Paese del nord europeo ha fatto i conti con una nuova impennata di casi di Coronavirus. Sono ben 4.635 in tutta la nazione, ma a far tremare i polsi agli svedesi è il conteggio relativo alle vittime. Stando a quanto si legge sul The Guardian, infatti, la diffusione del virus avviene in maniera molto più rapida e dura rispetto ai mesi scorsi. Tanto che la percentuale di pazienti ricoverati in ospedale è aumentata del 60% rispetto ai dati emersi la scorsa settimana. E le autorità sanitarie svedesi hanno lanciato un allarme piuttosto forte.
Nel complesso, la Svezia ha già conteggiato oltre 171mila casi di contagio dall’inizio della pandemia. Un numero che all’apparenza è contenuto, ma se consideriamo che la popolazione complessiva supera appena i 10 milioni di abitanti, il dato assume ben altra fisionomia. E se a questo aggiungiamo le oltre 6mila vittime che avevano contratto il Covid-19 prima di morire, la situazione si fa sempre più grave, come hanno rivelato le stesse autorità sanitarie. Tanto che, come abbiamo accennato, la situazione negli ospedali peggiora di giorno in giorno: sono ora oltre mille i ricoverati con Covid.
“Ci aspettiamo che nelle prossime settimane altre persone saranno ricoverate“, ha svelato il direttore dei servizi sanitari di Stoccolma, Bjorn Eriksson. Dunque la Svezia piomba nel caos e nella paura, dopo la gestione della scorsa primaverile che in molti avevano bollato come scellerata. Nel frattempo, però, i dati sono peggiorati, come si può vedere ad esempio con il tasso di mortalità nel Paese. Solo Italia, Spagna e Gran Bretagna sono messe peggio della Svezia sotto questo aspetto. E anche la crescita giornaliera dei nuovi casi, che arriva ben oltre le 4mila unità, fa paura e non poco.
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E arriva anche l’allarme da parte di Stefan Lofven. Il primo ministro svedese ha sempre cercato di non imporre delle restrizioni ai suoi connazionali. Ha cercato piuttosto di farle passare come delle raccomandazioni o delle esortazioni nei confronti di un popolo quasi sempre ligio al dovere. Ora, però, Lofven fa notare che “il virus si sta diffondendo velocemente e nell’ultima settimana il numero di persone positive in terapia intensiva sono più che raddoppiate”. Il premier ha fatto capire chiaramente che tutti gli indicatori vanno nella direzione sbagliata, perciò bisognerà intervenire.
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Come abbiamo già detto, non ci sono in Svezia le restrizioni che vediamo, ad esempio, nel nostro Paese. I cittadini vengono esortati a lavorare il più possibile da casa, a non recarsi nei centri commerciali, nelle palestre e nei centri benessere. È stato raccomandato loro di evitare il più possibile i mezzi pubblici e gli incontri con persone estranee al nucleo familiare. Ma queste esortazioni non sembrano essere seguite, a giudicare dai dati sempre più allarmanti. Ora la Svezia sembra essere destinata a fare un passo indietro, mentre le altre nazioni si sono già premunite da tempo.