Le agenzie leader in Italia per il settore dello spettacolo vogliono sviluppare un protocollo anti-Covid per permettere la ripartenza di eventi come i concerti e non solo. L’idea è di far sottoporre tutti coloro che acquisteranno il biglietto a tampone.
Il settore dello spettacolo è uno di quelli più penalizzati dalla pandemia di Covid-19. Eventi di ogni genere, a causa della elevata presenza di pubblico che prevedono, sono infatti stati annullati oppure rinviati a data da destinarsi. La chiusura di cinema e teatri, prevista dal dpcm emessi in autunno, ha peggiorato ulteriormente la situazione.
Il calo nel fatturato da parte del comparto della musica live è al 97%. Perdite che, inevitabilmente, influiscono nella crisi economica del Paese e che, soprattutto, creano danni importanti nelle casse di coloro che lavorano in tale settore. Non si tratta soltanto di celebrità, bensì piuttosto dei dipendenti che vivono con questi stipendi. Da marzo ad oggi in tanti sono rimasti a casa, spesso senza ricevere alcun sussidio.
Per questa ragione le aziende leader nel settore dello spettacolo in Italia vogliono un cambio di marcia. È necessario che il settore, nel 2021, riparti per garantire lavoro a coloro che, in questi mesi, non hanno ricevuto alcuno stipendio né sussidi. Affinché ciò avvenga, tuttavia, è indispensabile la creazione di un protocollo che eviti la diffusione del Covid-19 in eventi che preverrebbero, per loro natura, il sovraffollamento.
Friends & Partners, una delle agenzie del settore dello spettacolo più importanti, ha annunciato che insieme a Live Nation e Vivo Concerti si sta lavorando ad un protocollo per impedire che gli eventi in programma nel 2021 slittino ancora. Sul calendario, infatti, ci sono concerti di ampio prestigio, come Campovolo, il cui annullamento causerebbe gravissime perdite.
Lo dice Ferdinando Salzano, numero uno di Friends & Partners. “Abbiamo dovuto annullare le date previste di Francesco De Gregori al Teatro Dal Verme di Milano a dicembre, ma anche altri potenziali tour al chiuso per più di 100 date“, ha spiegato con rammarico. “Naturalmente i concerti si sarebbero svolti in teatri con capienza limitata, secondo i protocolli anti Covid-19 e rispettando, come abbiamo sempre fatto, le disposizioni sanitarie. È stato un ulteriore colpo ferale rispetto al tentativo disperato di tenere vivo settore. Rispetto al danno subito, non sappiamo neanche che tipo di sostentamento arriverà, con i 10 milioni di euro promessi dal ministro Franceschini. Certo è che ancora non abbiamo visto nemmeno un euro e ci riferiamo alla cifra stanziata ad agosto. Noi abbiamo avuto un contraccolpo importante dalla crisi del settore, con un calo del fatturato di oltre il 90%“.
Il settore dello spettacolo, tuttavia, ha sempre rispettato le norme anti-Covid. “Il Dpcm del 24 ottobre e il successivo hanno chiuso i teatri e i cinema, ma è stata una decisione in controtendenza con i numeri diramati dall’Agis che ha sottolineato come ci sia stato un solo caso di Covid-19 negli eventi dalla riapertura post lockdown ad ottobre. Questa estate il comparto Live ha dimostrato che, seguendo le regole e fornendo tutto ciò fosse necessario per la sicurezza sanitaria, non abbiamo avuto alcun problema. Siamo sempre stati rispettosi delle regole e con la massima onestà“.
Ora, a fronte della seconda ondata, è arrivato tuttavia un nuovo stop. “Questa esperienza – continua – così difficile ci insegna che dobbiamo ragionare giorno per giorno, non si può ragionare a lungo termine. È chiaro che speriamo di tornare a lavorare entro i primi 4-5 mesi del 2021 sempre compatibilmente con la situazione. Però se si va a far messa, mi sembra anche giusto che si aprano le porte dei teatri per i concerti, sempre seguendo regole ben precise“.
Il tentativo di salvare un comparto in profonda crisi da diversi mesi, secondo coloro che gestiscono in prima persona il settore dello spettacolo, va senza dubbio fatto. E, adesso, al fine di ripartire, le agenzie sono disposte a rispettare misure ancora più rigide. Per questa ragione hanno deciso di creare da sé un vero e proprio protocollo da seguire per evitare la diffusione del Covid-19 nel corso degli eventi.
“Abbiamo diversi obiettivi da concretizzare e proporre al tavolo tecnico con il ministro Franceschini – spiega Salzano -. Innanzitutto, bisogna prevedere che le capienze per gli show non siano determinate da un numero fisso, in questo caso 200 persone al chiuso e mille all’aperto, ma vengano valutate sulla base dei metri quadri disponibili della venue e su questi fare una valutazione per la capienza contingentata”.
L’obiettivo primario, inoltre, sarà quello di garantire la sicurezza a tutti i partecipanti. “Seconda missione fondamentale che stiamo portando avanti come Eventim, la multinazionale di cui facciamo parte, insieme a Live Nation, – continua – è quello di istituire dei protocolli di sicurezza per far sì che si possano realizzare i grandi concerti e gli eventi di maggio-giugno. L’idea è quella di procedere in sicurezza, anche con spettatori che abbiano fatto un tampone entro le 72 ore precedenti all’evento. Si spera per allora che tracciamenti e tamponi siano snelli ed efficaci. Questa operazione ci consentirebbe di pensare ai grandi eventi, come Campovolo o dentro uno stadio, in massima sicurezza“.
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Intanto, però, si valuta anche di promuovere gli eventi a distanza. “Non credo che lo streaming sia l’unica via, certamente lo si può considerare come una attività parallela al grande show musicale. Una strada che ci consentirebbe di pensare gli eventi in maniera anche più creativa. Con Vivo Concerti, che fa parte della multinazionale Eventim, avevamo pensato a una rassegna musicale che avrebbe occupato tutto dicembre, tutti i giorni. Oltre alla presenza era previsto anche lo streaming. Poi abbiamo visto tutti com’è andata. Detto questo – conclude Salzano – un grande concerto dal vivo è insostituibile per emozione e anche per il contatto umano“.
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