L’Italia inizia a vedere i primi miglioramenti nell’emergenza Covid-19. L’indice Rt, infatti, è in calo. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) invita però alla calma. È necessario continuare a rispettare le misure di restrizione.
L’indice Rt del Covid-19 in Italia è in lieve riduzione. Lo annunciano l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e il Ministero della Salute a seguito del monitoraggio relativo al periodo tra 2 e 8 novembre, aggiornato all’11 novembre. Si tratta di un segnale precoce degli effetti delle misure restrittive emanate dal Governo. Nonostante ciò, è ancora presto per parlare di una ripresa. Gli ospedali, infatti, in molte zone del Paese sono al collasso. Per questa ragione è indispensabile continuare a rispettare le norme.
L’indice Rt, calcolato sui casi sintomatici, è diminuito da 1,7 a 1,43. La situazione resta tuttavia complessa. In quasi la totalità delle Regioni, infatti, il livello di trasmissibilità è superiore a 1,25. Ben venti sono a rischio alto. Soltanto il Molise è classificato a rischio moderato, ma la probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane è consistente. Il Paese intero, dunque, se non si inverte la rotta entro il mese prossimo potrebbe essere dichiarato totalmente a rischio elevato.
“È necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. Lo stabilisce il consueto monitoraggio dell’Iss, che ha analizzato i dati epidemiologici della settimana. Da essi emerge un grave aumento dei casi di Covid-19 in tutto il Paese. L’incidenza negli ultimi 14 giorni è infatti di 648,33 per 100.000 abitanti, mentre nel periodo precedente (fino a fine ottobre) era di 523,74. “Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi”.
Desta grande preoccupazione anche la situazione relativa agli ospedali. “Emergono – evidenzia il monitoraggio settimanale – forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente, in un numero crescente di Regioni/PA, delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri. Ciò interessa l’intero territorio nazionale. 12 regioni all’11/11/2020 avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni/PA hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese”. Pertanto, “Si invitano le Regioni/PA a realizzare una continua analisi del rischio, anche a livello sub-regionale. È necessario mantenere e/o rafforzare le misure di mitigazione in base al livello di rischio identificato”.
Il calo dell’indice Rt non è sufficiente neanche per il Ministro della Salute, Roberto Speranza. “La circolazione del virus è molto significativa nel nostro Paese ma oggi arriva una primissima notizia confortante perché l’Rt scende da 1,7 a 1,4 ma questo non basta e abbiamo bisogno di portarlo nel più breve tempo possibile sotto l’1, perché ciò significherà salvare più vite umane e ridurre i contagiati, alleviando il peso delle nostre strutture sanitarie“, ha spiegato.
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Quindi l’appello alla popolazione. “Ciascuno deve fare fino in fondo la propria parte e deve essere un impegno di tutti quello di rispettare le regole e la distanza e provare a ridurre il più possibile il numero di relazioni sociali. Solo così potremo uscire da questa stagione così difficile“. Ed anche alle Regioni. “Il tentativo è di provare a costruire misure che siano adeguate rispetto alla situazione di ciascun territorio, quindi non un’unica misura nazionale uguale per tutti ma una fotografia che cambia a seconda della situazione dei territori. Ma queste – conclude – non sono pagelle sulle Regioni“.
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