Le amiche della 18enne violentata da Alberto Genovese avrebbero tentato di salvarla quella notte, ma un collaboratore dell’imprenditore glielo avrebbe impedito. Soltanto il giorno dopo sono venute a sapere, tramite un sms, di quello che la modella aveva subito.
Emergono nuovi dettagli in merito alla violenza sessuale subita da una modella di 18 anni da parte di Alberto Genovese. L’imprenditore partenopeo, che da anni vive a Milano, aveva organizzato un party all’insegna di alcol e droga nel suo attico con terrazza a pochi passi dal Duomo. Nel corso della festa il fondatore di Facile.it ha narcotizzato la giovane e, quando gli altri invitati sono andati via, l’ha stuprata ripetutamente in una stanza sorvegliata da un bodyguard. La diciottenne era sostanzialmente priva di conoscenza, tanto che il gip l’ha definita come una “bambola di pezza“. In quegli attimi le amiche, in base alle ultime ricostruzioni, avrebbero tentato di salvarla. Non sono, tuttavia, riuscite a portarla via dall’appartamento.
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Il tentativo delle amiche
Le amiche della ragazza violentata da Alberto Genovese sono state chiamate dagli inquirenti a rilasciare una testimonianza in merito alla notte di metà tra il 10 e l’11 ottobre scorso. Mentre il party era ancora in corso una di loro si sarebbe avvicinata alla stanza in cui l’imprenditore si trovava insieme alla vittima, precedentemente stordita tramite un cocktail che, presumibilmente, conteneva la droga dello stupro. Il bodyguard, tuttavia, la avrebbe allontanata, impedendole di parlare con la modella. “Non si può disturbare“, avrebbe detto.
La vittima, in base alle ricostruzioni, stava per andare via dalla festa in anticipo quando è stata invitata da Alberto Genovese a entrare nella stanza. Lì la porta è stata bloccata dal bodyguard e la giovane sarebbe stata legata dall’imprenditore, per essere poi stuprata in modo brutale per tutta la notte, anche nel momento in cui era ormai priva di conoscenza. Le amiche, dopo essere state costrette a lasciare l’appartamento di Piazza Maria Beltrade, hanno tentato di mettersi in contatto con la diciottenne. Il suo telefono, tuttavia, era stato “sequestrato”. Gli invitati al party, infatti, all’ingresso erano stati costretti a lasciare i cellulari in una cesta.
Soltanto al mattino dopo la modella rientrerà in possesso del suo cellulare. Quando si è svegliata era piena di lividi e dolori. Alberto Genovese l’ha costretta ad andare via dall’abitazione ancora seminuda. Le forze dell’ordine, avvertite dai passanti, l’hanno ritrovata in strada senza una scarpa. È stata dunque trasferita in ospedale e si è sottoposta ad alcuni esami presso la clinica Mangiagalli. Gli accertamenti hanno confermato la brutale violenza sessuale subita.
Il messaggio alle amiche
Soltanto il giorno successivo allo stupro, la modella di 18 anni, dopo essersi sottoposta alle cure dei sanitari, torna ad accendere il suo cellulare. Intorno alle 20.00 la giovane manda un messaggio alle amiche: “Sono in una situazione pericolosissima“, scrive. Aveva, infatti, appena presentato in questura la denuncia che successivamente porterà all’arresto di Alberto Genovese per violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona e possesso di sostanze stupefacenti.
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Intanto le persone vicine ad Alberto Genovese, che erano solite organizzare e partecipare alle feste nell’appartamento di Milano, si difendono dalle accuse. Tra queste c’è Daniele Leali, braccio destro dell’imprenditore, attualmente all’estero e non indagato. “Stiamo già querelando le testate giornalistiche e denunciando per calunnia e diffamazione. I miei avvocati stanno lavorando alla vicenda. A breve uscirà la mia difesa“, ha detto il dj e vocalist. Alcuni testimoni affermano che sarebbe stato proprio lui a portare la droga al party.