Azzolina: “Continuerò a battermi per tenere le scuole aperte”

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Radio Anch’io, su Radio 1, commenta l’ipotesi chiusura delle scuole: “Rischiamo un disastro educativo, sociologico, formativo, psicologico. Un bambino che deve imparare a leggere e a scrivere, non può farlo da dietro uno schermo”.

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Continuano le polemiche sulla chiusura delle scuole, anche quelle primarie e secondarie di primo grado. Continuano le richieste di sindaci e governatori per una maggiore stretta nelle strutture scolastiche. L’ultima, quella dell’assessore della Sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu. L’assessore sarebbe pronto a valutare con il presidente Solinas e il Comitato tecnico scientifico l’ipotesi di una didattica a distanza al 100% negli istituti di ogni ordine e grado, grazie all’adozione di un’ordinanza regionale. Commentando la sua posizione al Tg Rai, Nieddu avrebbe affermato: “Mi sono permesso di chiedere al governo, a nome della Sardegna, la chiusura totale delle scuole. Non solo le superiori, ma anche medie ed elementari. Perché gli effetti del nuovo Dpcm non si vedono ancora e quindi servono più controlli a monte“.

“Continuerò a battermi per le scuole aperte”

Tuttavia l’opposizione della ministra Azzolina riguardo ulteriori chiusure nelle scuole, soprattutto nelle fasce più giovani, è totale. La ministra dell’Istruzione avrebbe infatti commentato a Radio anch’io su Radio Rai 1: “Sono convinta” che con la chiusura delle scuole “rischiamo un disastro educativo, sociologico, formativo, psicologico. Un bambino che deve imparare a leggere e a scrivere, non può farlo da dietro uno schermo. Dobbiamo essere molto prudenti, i ragazzi hanno diritto ad un pezzo di normalità nella loro vita”. Per questo, ribadisce Azzolina, “continuerò a battermi per tenere aperte le scuole. Credo che, compatibilmente con la situazione epidemiologica, dobbiamo provare a tenerle aperte e anche laddove ci fossero ulteriori limitazioni, più si limitano le attività fuori la scuola più si abbassa il rischio dentro la scuola”. Insomma, la posizione della ministra tenderebbe piuttosto a capovolgere la questione: non è la scuola il ricettacolo delle infezioni, ma è ciò che avviene fuori a far incrementare i contagi nella scuola.


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Il rischio di acuire le diseguaglianze

La posizione di Azzolina sarebbe in maniera diretta una trincea a difesa del lavoro fatto all’interno del suo ministero, per cui la ministra non può che ripetere: le scuole sono un luogo sicuro. Indirettamente, però, Azzolina ribadisce come la sua posizione sia anche legata a una preoccupazione di carattere sociale: chiudere le scuole acuirebbe le disuguaglianze, soprattutto se fatto su base regionale. “Non possiamo accumulare dispersione scolastica soprattutto in alcune regioni del sud dove la dispersione c’era già in tempo di pace, figurarsi ora che siamo in tempo di guerra; oggi un bambino campano, a causa di un regionalismo delle diseguaglianze, non ha lo stesso diritto di andare a scuola di un bambino veneto e lombardo”.

Il nodo test rapidi

Eppure, paradossalmente, in un sistema perfettamente oliato la scuola potrebbe diventare un grande luogo di tracciamento dei casi. Un posto trasversale a diverse fasce di età, diffuso in tutto il territorio nazionale, in cui tracciare i casi e in cui agire in maniera mirata per consentire una maggiore sicurezza. Mancano, però, gli strumenti. Su punto questo Azzolina commenta: “In questo momento gran parte della comunità scientifica ha affermato che i rischi a scuola sono minimi e sono calcolati anche sulla base del lavoro che è stato fatto per rientrare a scuola. Nella giornata di uno studente stare a scuola è stare in un luogo protetto. Da metà agosto abbiamo chiesto test rapidi, è importante farli nelle scuole, questo significa evitare di mandare intere classi in quarantena”.


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Poi Azzolina ribadisce la doppia utilità di questi tamponi (sicurezza e tracciamento): “La scuola è formidabile strumento di tracciamento. Se noi riuscissimo a fare test rapidi nelle scuole, questo permetterebbe anche di scoprire gli eventuali asintomatici. Io i test rapidi li chiedo da metà agosto per le scuole, sono fondamentali”.

 

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